venerdì 25 settembre 2009

L'Istat licenzia 317 dipendenti. Le rilevazioni sul lavoro le farà un istituto privato


Anche Annozero si è occupato di questo stasera, nella prima puntata del nuovo ciclo.La domanda che tutti ci poniamo è:come mai in un momento di crisi, si è deciso di spendere di più affidando una rilevazione importante come quella sul lavoro a un istituto privato? Cosa c'è dietro? E' quello che ci si chiede in questo articolo.


24 settembre 2009



317 dipendenti saranno presto licenziati all'Istat. Il tutto a favore di un istituto privato, per volere del governo.

Tutti conoscono l'Istituto nazionale di statistica. Ecco in breve di cosa si occupa, secondo quanto riportato dal sito stesso: “Compito istituzionale dell'Istat è produrre e diffondere informazioni affidabili, imparziali, trasparenti, accessibili e pertinenti, capaci di descrivere le condizioni sociali, economiche e ambientali del Paese e i cambiamenti che avvengono in esso, con il vincolo del più rigoroso rispetto della privacy”.

I sondaggi di questo istituto sono tra i più importanti in Italia, vere e proprie fonti di informazione, citati da tutti gli organi di stampa.

L'Istat, nato nel 1926, è un organo pubblico e, come tale, è naturalmente condizionato dalle scelte della politica. Vediamo in breve come, analizzandone la struttura.

Il presidente dell'Istat è nominato dal Presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio. Dura in carica 4 anni, la retribuzione lorda è di circa 92 mila euro annui. L'attuale presidente è Enrico Giovannini.

L'Istat ha un consiglio, con mansioni di indirizzo e controllo sull'attività dell'istituto. È composto da nove membri, cinque dei quali nominati dal presidente del Consiglio. I consiglieri durano in carica quattro anni.

Altri due organi sono il Comitato di indirizzo e coordinamento dell'informazione statistica, con funzioni direttive, ed il Collegio dei revisori dei conti: 3 membri, nominati dal presidente del Consiglio.

Infine, presso la presidenza del Consiglio, ha sede la Commissione per la garanzia dell'informazione statistica, volta, in particolare, a “vigilare sull’imparzialità e sulla completezza dell’informazione prodotta”.

Certo, un dubbio sull'imparzialità dell'istituto non può che sorgere. Ma si sa, uno più uno fa due, i numeri sono numeri.

Anche 317 è un numero. È il numero di lavoratori precari Istat (anzi, co.co.co.) che verranno licenziati a seguito di una decisione dell'istituto: affidare ad un istituto di sondaggi privato, l'Ipsos, il lavoro riguardante la rilevazione della disoccupazione in Italia. Il governo, quindi, ha deciso di affidare un lavoro pubblico, che riguarda l'intera popolazione, ad un istituto privato.

La FlcCgil, sindacato di categoria, ha proclamato per il 25 settembre una giornata di sciopero dei lavoratori dell'Istat.

Due problemi sorgono, secondo Mimmo Pantaleo (segretario generale del sindacato) a seguito di questa decisione: da una parte il licenziamento di 317 persone dopo sette anni di servizio. Dall'altra il rischio “per l'indipendenza e la credibilità dell'istituto” (fonte Repubblica).

Allora proponiamolo noi un sondaggio. Perché è stato deciso di affidare ad un istituto non pubblico (nonostante “il pubblico” sia a contatto con la politica) proprio l'area di lavoro che riguarda la rilevazione della disoccupazione in Italia? a)Razionalizzazione delle spese; b)Si ritiene che l'Ipsos sia più adatta a questo lavoro; c) Tentativo di metter mano a certi dati che, con l'autunno che si prospetta, potrebbero essere scomodi.

A presto i risultati.

Rosario Di Raimondo

fonte:http://informale.ilcannocchiale.it/2009/09/24/listat_licenzia_317_dipendenti.html

Nessun commento:

Yoox

0.1 Special banner