La difficile coabitazione tra il capo del governo e il presidente della Camera
Il premier si è infuriato soprattutto per il riferimento alle inchieste di mafia
dal nostro inviato FRANCESCO BEI
L'ira del Cavaliere su Gianfranco "Vuole la mia morte politica"
GUBBIO - Lo scontro stavolta ha superato il livello di guardia e forse non è tanto lontano dalla verità quel forzista che a Gubbio, dopo aver ascoltato l'intervento di Fini, si allontana scuotendo la testa: "A questo punto o Berlusconi si fa un altro partito oppure se lo fa Fini". Eppure il presidente della Camera allontana senza esitazioni ogni ipotesi di scissione: "Nel Pdl è bene che ci si divida se necessario. Ma non nel senso che uno va da una parte e uno dall'altra".
Tuttavia qualcosa indubbiamente in questi giorni si è rotto tra Berlusconi e Fini. Persino il finiano Alessandro Campi, parlando da politologo, ha l'impressione di una "accelerazione del confronto interno". Mentre un altro intellettuale d'area come Gennaro Malgeri ormai è convinto che si debba prendere atto del "fallimento" del Pdl e che sia meglio per tutti "scioglierlo" e retrocederlo a una confederazione. Fatto sta che il Cavaliere, dopo che i suoi uomini a Gubbio gli avevano riferito le parole di Fini sulla necessità di andare avanti sulle inchieste di mafia, ha avuto la conferma di quanto sospetta da tempo. "E' chiaro che vuole la mia morte politica - è lo sfogo che ha consegnato a quanti lo hanno chiamato - ma non capisco dove pensa di andare se tutti i suoi uomini sono passati con me. Gli sono rimasti solo quattro gatti. E non dimentichi chi ce l'ha messo nel posto dove sta.".
E' lungo l'elenco delle doglianze che il premier vuole far scontare a Fini: "Ha attaccato Feltri ma non ha detto una parola quando Repubblica attaccava me. Cerca ogni pretesto per lo scontro. E adesso si presta a questa manovra oscura delle procure ".
Al di là delle differenze di carattere, a Berlusconi non è chiaro ancora quale sia il disegno del presidente della Camera. "Se volesse solo fare una sua corrente - ragiona nel chiostro di Gubbio uno dei ex forzisti più in vista - avrebbe sbagliato tattica, perché attaccando Berlusconi nessuno di noi gli andrà dietro. Se invece punta a far fuori il premier, non ha capito che più lo si attacca e più lo si rafforza".
Insomma, tra gli uomini di Berlusconi la parola d'ordine è isolare Fini, prenderne le distanze quasi fosse un corpo estraneo, un "nemico". Basta ascoltare le parole di Franco Frattini, che parla da quello stesso palco dove, due ore prima, Fini aveva denunciato lo "stillicidio" di attacchi contro di lui per le sue posizioni eterodosse. "Lo stillicidio vergognoso - protesta il ministro degli Esteri - è quello contro Berlusconi. La solidarietà umana va oltre il dubbio politico. C'è una rete internazionale che non solo vuole il male di Berlusconi ma anche dell'Italia". Fini, questo è il passo logico successivo, si sta prestando al gioco di quella "rete internazionale" che vuole liberarsi del Cavaliere.
E lo fa proprio sul terreno più delicato, quello della giustizia, del rapporto tra mafia e politica. Marcello Dell'Utri, tirato in ballo nelle vecchie inchieste sulle stragi dei primi anni Novanta, preferisce non commentare le parole di Fini. "Sono a Bressanone a fare una dieta - ha confidato per telefono a un amico - e corro 5 km al giorno. Sono dimagrito, sto bene e non voglio rovinarmi la salute". Ma l'affondo di Fini è troppo duro per essere superato con una battuta. Ignazio La Russa, che a Gubbio interviene come sempre nel ruolo di pompiere, si rende conto che l'aria che tira tra i forzisti è davvero pesante e chiama Fini al telefono per chiedergli di precisare. "Ho avuto contatti con Fini - spiega poi ai giornalisti - e voglio sgombrare il campo da interpretazioni malevoli che possono nascere dalle sue parole sulle stragi. Fini ha sottolineato la solidarietà a Berlusconi, perseguitato in questi anni". Ma ai berlusconiani non basta: "Se Fini pensa a far cadere il governo e sostituire Silvio se lo scordi. Si va dritti a elezioni anticipate".
(la repubblica 11 settembre 2009)
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