Tarantini, la coca scorreva a chili, "Ma dal premier andiamo puliti"
Alessandro Mannarini, amico dell´imprenditore, interrogato sulla dotazione di droga e sul consumo
di Gabriella De Matteis e Giuliano Foschini
Una raccomandazione agli amici: «Mi raccomando, questa sera a casa Berlusconi andiamo puliti». E´ cominciato con la contestazione di questa intercettazione telefonica l´interrogatorio di Alessandro Mannarini, il pr leccese collaboratore di Gianpaolo Tarantini accusato di acquisto, cessione e trasporto di sostanza stupefacente.
Mannarini è stato sentito per la seconda volta a distanza di molti mesi ieri dal pm Giuseppe Scelsi, che sulla droga ha uno dei filoni d´inchiesta che conta complessivamente sette indagati. Ad accompagnare in procura Mannarini il suo avvocato, Marco Vignola. Due ore di interrogatorio - alla presenza del comandante del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, Salvatore Paglino - nelle quali «Mannarini - assicura il suo legale - ha fornito tutte le informazioni chieste. Sono sicuro che il mio assistito ha chiarito definitivamente la sua posizione».
A Mannarini viene contestato quanto accaduto nell´estate sarda del 2008, quando fu chiamato a lavorare come pr da Tarantini. Fu l´estate di Porto Cervo, dell´incontro con il premier e soprattutto della cocaina. Tanta cocaina. Un quantitativo vicino al chilogrammo sospettano i militari della Guardia di finanza sulla base di una serie di riscontri testimoniali e sulle intercettazioni telefoniche. A Mannarini hanno chiesto quale fosse stata la spesa per tenere in piedi quell´estate: si è parlato di una cifra attorno ai 500mila euro. «Tutti soldi - ha spiegato l´uomo l´interrogatorio - messi a disposizione da Gianpi».
Mannarini ha rigettato poi tutte le accuse sul trasporto: è vero - ha ricostruito - che sono stato io a organizzare il trasloco, facendo quattro viaggi su quattro macchine diverse da Bari alla Sardegna via traghetto. «Ma non sapevo - ha fatto mettere a verbale - cosa ci fosse in quelle valigie: non posso escludere che si trattasse di cocaina, ma io trovavo l´auto già caricata o da Dino (ndr, l´autista di Gianpaolo) o da Babu (ndr, il collaboratore filippino)». Via tutte le accuse anche di aver fatto sparire la droga dalla cassaforte. «L´unico ad avere le chiavi era Gianpaolo e sua moglie Nicla. D´altronde era stato proprio lui a farla montare appositamente».
Mannarini ha poi ricostruito le ragazze che frequentavano abitualmente casa Tarantini: Francesca Lana era ospite fisse (soltanto a lei Mannarini ha ammesso di aver ceduto qualche volta, gratuitamente, la coca), mentre più volte sono passate anche Vittoria Petroff, Raffaella Zardo (Mannarini ha raccontato la rabbia di Emilio Fede per la frequentazione di quest´ultima con Tarantini), Jennifer Rodriguez e altre signorine. Nell´interrogatorio ha spiegato poi il riferimento alla parola "malloppo" utilizzata in una conversazione con Tarantini. «Eravamo a fine stagione - ha detto, in sintesi - e c´era da pagare tutti i conti, a partire dal Billionaire dove avevamo il tavolo fisso. Gianpaolo non sarebbe tornato più perché Berlusconi aveva annullato una cena, se non sbaglio perché era scoppiata una guerra. Da lì la mia preoccupazione su chi pagasse il conto finale».
(la repubblica 16 settembre 2009)
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