Quella maxi-partita di cocaina e i malori delle ragazze in Sardegna
Per gli investigatori nella villa affittata nel 2008 c’erano grosse quantità di stupefacenti
I pm: bugie sulla coca per inquinare le prove e condizionare i testimoni.L'avvocato frena: non voleva fuggire
BARI
Gianpaolo Tarantini ha mentito: per la vacanza da sballo in Costa Smeralda dell’estate 2008 - secondo l’accusa - non acquistò, così come aveva assicurato ai magistrati, 50-70 grammi di cocaina, ma mezzo chilo di droga. Per questa presunta bugia ieri il pm Giuseppe Scelsi ha ordinato il suo fermo contestando all’imprenditore lo spaccio di cocaina, sostenendo che avesse progettato di trasferirsi in Tunisia e di voler «inquinare le prove» avvicinando testimoni e rilasciando alla stampa «dichiarazioni allarmistiche» a proposito dei timori per la sua vita.
«Non è vero che volevo fuggire», ribatte dal carcere Tarantini. E il suo difensore, Nicola Quaranta, gli fa eco definendo «incomprensibile» il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove contestati nel decreto di fermo sul quale di pronuncerà lunedì il gip Vito Fanizzi. Ad accusare il trentaquattrenne Tarantini è uno dei suoi due pusher di fiducia, Nico, dal quale l’imprenditore ha confessato di aver acquistato i «50-70 grammi di cocaina» che ha poi portato nella favolosa villa di Capriccioli, in Costa Smeralda, affittata nell’estate 2008 spendendo 70.000 euro. ’Nicò, tirato in ballo da Tarantini, è stato interrogato nelle ultime ore: avrebbe detto al pm Scelsi che Tarantini ha riferito il falso.
L’imprenditore il 27 luglio raccontò al magistrato di aver acquistato in diverse circostanze a Bari da "Nico" e "Onofrio" e portato in Sardegna «50-70 grammi di cocaina ed un quantitativo inferiore di Md», una droga sintetica che ha lo stesso effetto dell’ecstasy. Sottolineò che la droga fu acquistata in circostanze diverse da lui, Massimiliano Verdoscia e da Alessandro Mannarini, ciascuno con proprie disponibilità finanziarie. Tutto falso - avrebbe detto il pusher al pm - perchè a Tarantini furono consegnati complessivamente circa 500 grammi di droga che fu custodita nell’ormai famosa cassaforte che Tarantini acquistò e fece installare a villa Capriccioli gestendola - secondo Mannarini - in modo assolutamente autonomo. Proprio dalla sua dimora in Costa Smeralda Tarantini diede la scalata a Villa Certosa dove conobbe il presidente del Consiglio.
Berlusconi non riuscì a resistere alla girandola di belle donne che circondavano l’imprenditore barese il quale gliene mandò 30 in occasione di 18 feste organizzate nelle sue residenze private. Con undici escort, pagate da Tarantini all’insaputa del premier, il Cavaliere avrebbe avuto rapporti sessuali. Ma anche queste donne stanno via via smentendo il loro ex amico "Gianpi". È chiaro che con il decreto di fermo la procura afferma in modo esplicito di non credere più all’imprenditore al quale contesta di voler «organizzare in Tunisia il centro logistico della sue attività in vista di un suo allontanamento dall’Italia» e di voler indurre alcuni testimoni a modificare o precisare le dichiarazioni già rilasciate al magistrato. A sostegno delle proprie tesi il pm Scelsi cita l’informativa della Guardia di finanza datata 16 settembre nella quale è scritto che Tarantini, negli ultimi giorni, ha rilasciato alla stampa «dichiarazioni allarmistiche» affermando di temere per la propria vita. Lo avrebbe fatto - secondo gli investigatori - per «attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla propria persona per poter inquinare le prove».
In realtà queste sue paure Tarantini le ha annotate nell’esposto depositato nelle mani del procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati, al quale ha denunciato «un enorme pericolo di ritorsioni» dopo che sui giornali erano finiti i verbali dei suoi interrogatori, compresi i nomi dei suoi pusher. Per quanto riguarda l’ipotetica fuga in Tunisia nell’informativa si parla della vacanza che dal 25 al 31 maggio scorso l’imprenditore ha fatto con la moglie e le due figlie in un villaggio turistico di Djerba e della sua intenzione di voler trasferire nel Paese nordafricano «il centro logistico delle sue attivita». Ma a sostegno di questa tesi non vi sarebbe, secondo la difesa, alcun elemento concreto. «Il mio assistito - dice l’avv.Quaranta - è stupito perchè, allo stato, è incomprensibile ipotizzare sia il pericolo di fuga sia l’inquinamento della prova. Lo evidenzieremo al gip, e se sarà emesso un provvedimento cautelare chiederemo al tribunale del Riesame di annullarlo».
la stampa 19 settembre 2009
LE CARTE: GLI EFFETTI DEI COCKTAIL DI ALCOL E DROGA SU CINQUE DONNE
Quella maxi-partita di cocaina e i malori delle ragazze in Sardegna
Per gli investigatori nella villa affittata nel 2008 c’erano grosse quantità di stupefacenti
BARI — Alla fine si torna sempre a quella vacanza in Sar degna nell’estate del 2008. Si ricomincia a indagare su quel la girandola di feste, incontri, nuove conoscenze che per Gianpaolo Tarantini — im prenditore pugliese all’epoca già inserito nei giri che conta no — significò realizzare il so gno di una vita: diventare ami co del premier Silvio Berlusco ni. E si scopre che alcune circo stanze raccontate sarebbero false, mentre altre sono state invece tenute nascoste. Per ché nella villa presa in affitto a Porto Rotondo c’era un gran via vai di belle donne e ben cinque di loro si sarebbero sentite male dopo essere state stordite con un cocktail di al col e droga. Ma soprattutto perché nella cassaforte dove Tarantini ha ammesso di aver custodito la cocaina ci sarebbe ro stati ben più dei 70 grammi di cui ha parlato. «Visto il teno re di vita della compagnia — ha sottolineato un investigato re — quel quantitativo poteva bastare appena per un gior no » .
MEZZO MILIONE - E’ costato oltre 500.000 euro il sog giorno in Co sta Smeralda pagato da Tarantini e orga nizzato da Alessandro Mannarini, in quel periodo uno dei suoi collabora tori più fidati. I conti sono sta ti fatti proprio da quest’ultimo davanti ai magistrati che lo hanno interrogato qualche giorno fa. Anche lui è indaga to per cessione di droga, il suo avvocato Marco Vignola esclude che stia collaborando. «Si difende — spiega — e chiari sce gli aspetti che lo riguarda no, vicende che inevitabilmen te coinvolgono anche Taranti ni » .
LA VILLA - Circa 70.000 euro costava la villa di Capriccioli, 2.000 euro all’ora l’uso di un aereo priva to per gli spostamenti dalla Pu glia alla Sardegna. Furono ac quistate quattro auto di grossa cilindrata, si decise di affittare gommoni e moto d’acqua. Fu comprata una cucina e gli arre di per rendere la dimora lus suosa e confortevole. Si decise di ingaggiare quattro domesti ci filippini. Furono bloccate per tutta l’estate stanze all’ho tel Cala di Volpe e al Capriccio li per essere certi di poter offri re ospitalità agli amici. E so prattutto si convenne di avere sempre a disposizione cocaina ed ecstasy. Nel suo interrogato rio alla fine di luglio Tarantini ha negato di aver sciolto stupe facente nel bicchiere di Eva Ca valli che poi ebbe un malore. La circostanza è stata smentita anche dalla diretta interessata, ma emergerebbe dalle intercet tazioni telefoniche.
CINQUE CASI DI ABUSO - In realtà sono cinque le don ne che avrebbero avuto seri problemi per l’abuso di droga. E due di loro hanno presenta to un esposto a Tempio Pausa nia. Le denunce sono state ac quisite dalla procura di Bari che in questi giorni ha chiesto spiegazioni proprio a Mannari ni. In una conversazione capta ta il 2 luglio 2008, la moglie di Massimiliano Verdoscia (anco ra agli arresti domiciliari per la cessione degli stupefacenti) parla con la moglie di Taranti ni. E le intima: «Devi dire a tuo marito di smetterla con quella cosa nei bicchieri... Tu lo sai che Babu (domestico al le sue dipendenze) stamattina ha fatto il commento, dice che una ragazza è svenuta nel giar dino e Babu l’ha presa e ha det to: 'signora, ma che ha messo qualcosa nel bicchiere di Mannarini?'. Ti rendi conto? Devi dire a Gianpaolo che la deve fi nire, che quella è una storia pericolosa... » . Mannarini ha negato di es sere il fornitore della droga: «Mi occupai del trasferimento dei bagagli in almeno quattro viaggi Bari-Olbia effettuati in auto, ma non fui io a prepara re le valigie e non so che cosa contenessero. E’ possibile che ci fossero stupefacenti». Taran tini afferma invece che fu pro prio l’amico a fare da «corrie re » e poi aggiunge: «L’aveva mo comprata a Bari e ce la dividemmo dopo essere arrivati». Ma — è questa l’accusa della Procura — «mente sul quanti tativo e anche sui fornitori».
I TIMORI PER LA VITA - Il sospetto dei pubblici ministeri è che l’imprenditore sia riu scito a ottenere una grossa «partita» grazie a conoscenze di malavitosi baresi e dunque anche a queste sue frequenta zioni si riferisse quando ha ma nifestato «timori per la mia vi ta e per la mia famiglia». Il provvedimento eseguito ieri riguarda la droga ma è pos sibile che già dopo l’udienza di convalida arrivino nuove contestazioni. Sibillino sul punto è apparso il procuratore Antonio Laudati: «Il fermo è stato compiuto in relazione a una prospettazione di spaccio, ma le indagini che seguiranno immediatamente dopo il fer mo riguarderanno tutte le po sizioni processuali di Taranti ni ».
Fiorenza Sarzanini
corriere della sera 19 settembre 2009/http://www.corriere.it/cronache/09_settembre_19/tarantini_cocaina_malori_ragazze_sardegna_1a4dbbc2-a4ea-11de-8486-00144f02aabc.shtml
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