«È molto preoccupante». Tarantini e gli inviti al pd Frisullo
I pm di Bari: «Accesso incontrollato
nella residenza del premier»
Si parla di giovani reclutate a Milano, Padova, Bologna, Lecce e Barletta. Il ruolo della «reclutatrice» De Nicolò
Dal nostro inviato Fiorenza Sarzanini
BARI - Prima di entrare nei saloni di Palazzo Grazioli le ragazze non venivano sottoposte ad alcun controllo. Sono state le stesse giovani portate alle feste dietro compenso a confermarlo di fronte ai magistrati baresi che adesso parlano di «accesso incontrollato » nella residenza di Silvio Berlusconi. In Procura la circostanza viene ritenuta «molto preoccupante» e adesso si indaga per capire se altre ospiti - oltre a Patrizia D’Addario e alle sue amiche - possano aver scattato foto o effettuato registrazioni all’interno della residenza di via del Plebiscito. Gli accertamenti riguardano infatti «altri episodi di prostituzione », squillo che l’imprenditore Gianpaolo Tarantini avrebbe coinvolto negli eventi. Non era l’unico.
Un ruolo chiave nel reclutamento viene assegnato dai pubblici ministeri a Terri De Nicolò, barese di 40 anni trapiantata a Milano, pure lei indagata per gli stessi reati. Saranno proprio gli inquirenti lombardi a dover ricostruire la sua «rete», i contatti, i soldi versati per portarle a Roma e nella residenza di villa Certosa. I nomi si moltiplicano, così come le circostanze da verificare. La stessa Barbara Montereale, che la prima volta era stata a Palazzo Grazioli il 4 novembre, ha detto di essere andata in Sardegna a metà gennaio e di aver trovato molte altre ragazze. «Berlusconi mi regalò 10.000 euro», ha aggiunto. E poi c’è la vacanza natalizia con la festa di Capodanno alla quale partecipò Noemi Letizia con l’amica Roberta e almeno una ventina di altre ospiti. Si parla di giovani reclutate a Milano, Padova, Bologna, ma anche a Lecce, Barletta. Di certo ce n’è una che dopo aver confermato di essere stata pagata per andare nella residenza romana, ha chiesto al magistrato il permesso per poter andare all’estero «per un po’, perché temo per la mia sicurezza».
Tarantini nega che i soldi versati alle donne fossero il prezzo dell’ingaggio, giura che si è trattato soltanto di un rimborso spese, ma in Procura ripetono che quanto emerge dalle intercettazioni - ed è stato poi confermato dalle dirette interessate - è ben diverso. Alcune giovani avrebbero infatti ammesso di aver preso 500 euro. La prima volta che è stata nella residenza romana - era il 15 ottobre 2008 - Patrizia D’Addario aveva concordato 2.000 euro, ma ha detto di averne ricevuti «soltanto 1.000 perché non ero rimasta». Dalle carte dell’inchiesta, Tarantini emerge come un personaggio affascinato dal potere e soprattutto interessato a far prosperare le sue aziende grazie ai rapporti con i politici, anche locali. Diverse telefonate coinvolgono Alessandro Frisullo, il vicepresidente della Regione e assessore all’Industria, del Partito democratico. I due avrebbero parlato di incontri ai quali far partecipare le ragazze e l’imprenditore lo avrebbe invitato in una casa dove sarebbero stati organizzati alcuni festini.
Gli accertamenti svolti in queste ore riguardano poi le mazzette che Tarantini avrebbe versato per ottenere gli appalti. Il sospetto è che abbia mascherato il suo ruolo finanziando alcuni eventi. La Guardia di Finanza sta verificando se abbia pagato lui una cena elettorale che si è svolta alla fine di marzo 2008 proprio a Bari per la presentazione dei candidati al Parlamento e alla quale avrebbero partecipato alcuni titolari di aziende del settore farmaceutico, lo stesso dove lui operava con la sua Tecnohospital. Era presente lo stesso Frisullo e anche Massimo D’Alema - che con Tarantini non ha invece alcuna conoscenza - avrebbe fatto una breve apparizione. Oggi Patrizia D’Addario consegnerà alla Guardia di Finanza altre sei cassette con le sue registrazioni. «Ma il suo racconto - fanno sapere in Procura - ha già trovato riscontro».
corriere della sera
22 giugno 2009
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