Chi è Augusto Minzolini
ROMA - Augusto Minzolini, notista politico della Stampa nominato oggi direttore del Tg1, è nato a Roma nel 1958. Inizia la carriera giornalistica molto presto, subito dopo la maturità classica, nel 1977, all'agenzia di stampa Asca. Dal 1985 collaboratore di Panorama, viene assunto due anni dopo. Nel 1990 Ezio Mauro lo chiama alla Stampa, nel 1992 Paolo Mieli lo fa inviato, nel 1997 Carlo Rossella lo promuove editorialista. Negli anni '70 partecipa a due film di Nanni Moretti, Io sono un autarchico ed Ecce bombo. A lui viene attribuita l'invenzione del minzolinismo, neologismo nato a metà degli anni '90, inteso come «forma di giornalismo che si basa sulla raccolta di dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle informazioni raccolte» (Annali del lessico contemporaneo, edizioni Esedra.
(Ansa)
FONTE METILPARABEN:
ECCO COSA DICEVA MINZOLINI NEL 1994:
“Le smentite a ripetizione rivelano solo che abbiamo una classe politica nuova che non ha ancora assimilato il fatto che un politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e che deve comportarsi e parlare come tale. […] Quattro anni fa, e cioè in tempi non sospetti, scrissi che la nomina di Giampaolo Sodano alla Rai nasceva dai salotti di Gbr, la televisione di Anja Pieroni. Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene. Non è stato un buon servizio per il paese il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia. Di Anja Pieroni sapevamo tutto da sempre e non era solo un personaggio della vita intima di Craxi. La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico”. "io penso che l' opinione pubblica sia perfettamente in grado di giudicare come stanno le cose."
ECCO CASA HA DETTO DEL D'ADDARIO GATE, AL TG1: GUARDA IL VIDEO
dal sito:http://nonunacosaseria.blogspot.com/2009/05/minzolineide.html
20 maggio 2009
Minzolineide
Augusto Minzolini è il nuovo direttore del TG1.
Chi è costui? I giornali nei prossimi giorni non mancheranno di tracciarne il profilo umano e ripercorrerne le principali tappe professionali, a partire dalla famosa intervista a Violante e agli inseguimenti in motorino al politico di turno. Verranno però taciute le perle del Minzolini-pensiero.
Tipo le seguenti.
Alitalia
“Berlusconi, favorito nella corsa elettorale, non ha certo difficoltà a mettere insieme un gruppo di imprenditori che dovrebbe solo lanciare un’offerta che sarà valutata solo dopo il voto, magari proprio da lui che nel frattempo sarà approdato a Palazzo Chigi. Insomma, su Alitalia Berlusconi ha molto da dire. Al contrario di Veltroni”
(La Stampa, 27 marzo 2008)
Prodi
(Prodi) “non è nuovo a svendite del patrimonio nazionale. Trent’anni fa si affacciò alle luci della ribalta tentando di regalare (anche in quell’occasione il Cavaliere si mise di traverso) la Sme a De Benedetti. Il Professore non ha perso il vizio e vuole chiudere la carriera, appunto, come l’ha cominciata”
(Panorama, 3 aprile 2008)
PD e Di Pietro
“Il PD che rincorrendo Di Pietro assume posizioni fascistoidi non è cosa da poco. Ma se gli altri sono preoccupati o si inalberano di fronte a questa prospettiva, Berlusconi (…) pensa ad altro: al G8 di domani e al G8 che si svolgerà in Italia tra un anno”
(La Stampa, 6 luglio 2008)
Costituzionalisti
“Si materializzano a ogni tentativo di cambiare le regole antiquate del Paese. Sono tutti schierati a sinistra. Sono i cento costituzionalisti che hanno firmato un appello contro il Lodo Alfano. I nomi sono sempre gli stessi: Elia, Onida, Cheli, Bassanini, Zagrebelsky. Sono la quinta colonna dei magistrati politicizzati. Il loro strumento di potere è la Carta costituzionale che per loro deve rimanere immobile, rigida, non aggiornabile”
(Panorama, 17 luglio 2008)
Politica estera
“Una volta la politica estera della prima repubblica, quella targata Giulio Andreotti, si concedeva uno strapuntino sul treno franco-tedesco o, al massimo, un po’ di piccolo cabotaggio sul fronte arabo. Quella del centrosinistra aveva più o meno lo stesso schema condito da un atteggiamento ideologico sull’Europa o suggestioni come l’Ulivo mondiale. Quella di Silvio Berlusconi, con le sue potenzialità e i suoi inconvenienti, è animata da un protagonismo a tutto campo e dentro l’Europa. E visto che il premier italiano è guidato da una buona dose di pragmatismo gli riescono cose a volte impensabili (…) Sono bracci di ferro che un capo di governo deve mettere nel conto. E poi è sempre meglio vedersela con Barroso che con l’inattendibile Veltroni”
(La Stampa, 17 ottobre 2008)
L’abbronzatura di Obama
“Una vicenda che probabilmente è figlia diretta dello stile con cui il Cavaliere si muove sulla scena internazionale, meno ingessato, più informale di quello che impone l’etichetta diplomatica”.
(La Stampa, 7 novembre 2008)
Leadership
“Con una crisi come l’attuale, il rapporto di fiducia tra l’esecutivo, il suo leader e l’opinione pubblica è un elemento fondamentale. Dato che le risorse sono comunque limitate, la gente deve fidarsi e affidarsi. In altre parole, una leadership sicura e riconosciuta è più importante per il successo di un governo, di una maggioranza o di una coalizione, in un momento di crisi che non in quelli in cui le cose vanno per il meglio. Non c’è bisogno di scomodare il Roosevelt della ripresa Usa dalla Grande Depressione, il De Gaulle che rifondò la repubblica francese dopo la crisi d’Algeria, la Thatcher che nel secondo mandato risollevò l’economia inglese, per comprenderlo”
(La Stampa, 4 febbraio 2009)
Decreti legge
“Per spiegare preventivamente che non c’erano i presupposti d’urgenza sul decreto (Englaro), Berlusconi si è gettato in una requisitoria che può essere considerata una sorta di apoteosi del decisionismo, un j’accuse contro i tempi antiquati delle nostre istituzioni e un invito perentorio all’intero governo a sposare una linea chiara che difende le prerogative del potere esecutivo rispetto a prassi vecchie e nuove che ne potrebbero mortificare e limitare il ruolo (…) convinto che in questo modo smuoverà qualcosa nel paludato mondo dei Palazzi. Quelli che da sempre lo vogliono imbrigliare, normalizzare, ridurre all’impotenza”
(La Stampa, 7 febbraio 2009)
PD
“La verità è che il Partito Democratico è nato antiquato. Il mondo corre, il centrosinistra sta fermo”
(Panorama, 26 febbraio 2009)
Franceschini
“La vecchia guerra al cavaliere nero condita con la tradizionale salsa della demagogia di sinistra. Un triste ritorno al passato”.
(Panorama, 12 marzo 2009)
La crisi economica
“Il premier ha capito che un’opposizione sbandata, che per sopravvivere deve risalire nei sondaggi è pronta a giocare – sono sue parole – “la carta del tanto peggio tanto meglio”. Soffia sul fuoco, dipinge la situazione a tinte foschissime, crea le condizioni per cui i titoli di Stato italiano diventino meno appetibili di quelli di altri Paesi concorrenti”.
(La Stampa, 7 marzo 2009)
Il PdL
“Nel cortile di Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi è un uomo felice. Gli hanno confermato da poco che il congresso ha fatto salire ancor di più i sondaggi del PdL, dimostrazione che l’idea di un partito del Paese, della gente, degli italiani né di destra, né di centro, né di sinistra, come ha detto lui stesso, cammina, si fa largo nell’opinione pubblica. Un’operazione condotta con un approccio alla politica diverso, improntato sul Governo (la politica del fare) e, ovviamente, con un linguaggio diverso”.
(La Stampa, 30 marzo 2009)
Come uscire dalla crisi
“L’opinione pubblica si sta stringendo attorno al governo e a Silvio Berlusconi sull’esigenza di ricostruire il Paese costruendo il PdL”
(Panorama, 9 aprile 2009)
Emergenza terremoto
“Indossa un maglione blu e ha il piglio deciso del direttore dei lavori, del comandante dei pompieri, del capo militare, ma anche la comprensione del prete. Silvio Berlusconi nelle emergenze si esalta. La sua attitudine è la politica del fare”
(La Stampa, 9 aprile 2009)
Riforme
“Se a ogni tentativo di modernizzazione si risponde o alzando le barricate come fa una parte del sindacato, o, ancora, sventolando le bandiere dell’intangibilità della Costituzione secondo le logiche di una certa opposizione, il nostro sistema pagherà a caro prezzo la crisi”
(Panorama, 7 maggio 2009)
Veronica Lario
“Alla fine nella sua foga antiberlusconiana la sinistra ha superato un altro limite: si è gettata a capofitto nel litigio tra il Cavaliere e Veronica Lario per utilizzare il caso nella polemica politica. In Italia non era mai successo. Una sinistra giustizialista, che ha il chiodo fisso del Cavaliere, e un’altra disperata, che non riesce a presentarsi come un’alternativa di governo, hanno superato questo confine per contrastare la popolarità del premier. Nella logica idiota e masochista di una sinistra senza bussola quelle accuse hanno fatto il giro del mondo danneggiando non l’immagine del premier, ma quella dell’intero Paese. C’è un litigio tra moglie e marito, ci sono gelosie, rancore, amore. C’è di tutto insomma, meno che la politica. Eppure, su questo coacervo di sentimenti, reazioni viscerali, una sinistra delusa, priva di un progetto e in cerca di un leader, tenta di costruire la sua rivincita. Forse questa volta è stato toccato davvero il fondo”
(Panorama, 14 maggio 2009)
Pubblicato da nonunacosaseria a 20.00
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