Berlusconi: "Tutte cose false"
Prima il voto su referendum e ballottaggi, a Milano, nel seggio numero 502, poi alcune precisazioni su altre indiscrezioni trapelate sui giornali circa la sua vita privata. Così il premier Silvio Berlusconi smentisce di sana pianta la notizia di una sua presunta vendita della residenza in Sardegna. "'Non vendo Villa Certosa - ha dischiarato - Sono tutte cose che non vale la pena leggere''.
"Faremo un incontro su programma''
Così il presidente del Consiglio, non perde tempo e subito annuncia le prossime tappe che il suo esecutivo ha in mente. A partire dal programma che, spiega, "sarà assolutamente concret e rispetterà ciò che abbiamo promesso agli elettori''. Certo, ammette, "è tutto da realizzare. Ci sono cose impossibili perchè abbiamo ricevuto una eredità che è pesante''.
''Abbiamo ereditato il 110% del Pil come debito"'
Berlusconi ha quindi spiegato ''le tante cose belle'' fatte dal governo. E ''adesso puntiamo su alcune riforme, ma siamo stati impegnati con il terremoto, i rifiuti, l'Alitalia e abbiamo fatto la riforma del Processo civile. Ora faremo quella del Processo penale''. 'Comunque, rassicura, "non è un problema perchè ho una squadra di ministri bravissimi".
"Bene il presidenzialismo ma con maggioranza del Paese"
Non rinnega la sua idea di spingere verso il presidenzialismo, ma, rassicura, "per fare riforme così importanti bisogna che ci sia la maggioranza del Paese che sia decisamente in questa direzione. Una riforma costituzionale così forte non si può fare se c'è una divisione assoluta tra una parte e l'altra. Le riforme che si possono fare solo quelle mediamente accettate da tutti altrimenti si fa una violenza rispetto agli altri anche se si hanno i numeri per farle". Berlusconi ha poi spiegato che il presidente del Consiglio "non ha nessun potere. I padri costituenti dopo venti anni di fascismo hanno dato tutto il potere al Parlamento e nessun potere al governo e questo e' continuato dopo. Io posso soltanto stabilire l'ordine del giorno del Consiglio dei ministri, non sono il capo dei ministri, sono solo il primus inter pares, non li nomino e non li posso dimissionare.
Ad alcuni suoi sostenitori che all'uscita dal seggio lo hanno invitato a non mollare la guida dell'esecutivo, una promessa: "Perchè non dovrei tener duro?", anche se, ha aggiunto Berlusconi, "visto che titoli dei giornali, pazzeschi"
tgcom 21 giugno 2009
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