Tarantini: "Non sapevo che la D'Addario fosse una escort"
"Che cavolata che ho fatto, che stupido sono stato...". Così Tarantini in una intervista al Giornale: "Quando ho conosciuto Berlusconi ho creduto che sarebbe stato più facile frequentarlo facendomi accompagnare da bellissime ragazze".
Patrizia D'Addario e Barbara Montereale
Bari, 26-06-2009
La cena dal presidente del Consiglio a Palazzo Grazioli la sera tra il 4 il 5 novembre 2008? "Una cena del tutto normale. Quanto ho letto sui giornali in merito a quella sera è fuori dalla realtà. Non risponde a verità. Sono stanco di questo gioco al massacro, stanco di leggere tante falsità, stanco di essere definito un procacciatore di escort". Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore al centro dell'inchiesta di Bari che ha toccato anche il premier, racconta la sua verità in una lunga intervista al quotidiano 'Il Giornale' in edicola domani. "Che cavolata che ho fatto, che stupido sono stato..." si rimprovera l’imprenditore e aggiunge: "Quando ho avuto la possibilità di conoscere Berlusconi ho creduto che sarebbe stato più facile frequentarlo facendomi accompagnare da bellissime ragazze. Da qui è venuta fuori la storia che ha occupato i giornali e che è nella realtà molto diversa da come è stata raccontata". "Diciamo – continua Tarantini - che avere al fianco una bella ragazza fa sempre comodo, ti rende certamente meno noioso", conclude Tarantini.
Le scuse di Tarantini a Berlusconi
L'imprenditore chiede scusa a Berlusconi "per aver dato il pretesto a Repubblica, all'Espresso e agli altri organi della sinistra di coinvolgerlo in questo tipo di storie. Spero che mi perdoni perché so che è un uomo che non sa portare rancore". Secondo l’imprenditore le ragazze invitate alle feste erano pagate "solo per rimborsare le spese che dovevano sostenere per gli spostamenti". In nessun caso al denaro corrispondevano "prestazioni intime". Inoltre, dice, "il presidente non poteva immaginare che io, per fare bella figura con lui, rimborsassi a delle ragazze le spese che dovevano sostenere per venire a Roma e soggiornare in albergo". Poi, sempre nell’intervista al Giornale Tarantini si lascia andare: "Quanto alle ragazze, alle donne in generale, sono loro che corrono dietro a lui, e non viceversa. Molte signore mi hanno detto che dopo aver conosciuto lui tutti gli altri sembrano incolori e inesistenti. Pagherebbero loro per una storia col presidente!".
Tarantini: "Non sapevo che la D'Addario faceva la escort"
"Se avessi saputo che Patrizia D'Addario faceva la escort non l'avrei mai frequentata e
tantomeno l'avrei portata ad una cena col presidente. Si era presentata come figlia di un imprenditore del settore edile". Sulle rivelazioni della donna l’imprenditore barese non ha dubbi: "Ho pensato che qualcuno avesse progettato con lei di tendere un'imboscata al presidente a fini politici e che tutto fosse stato progettato
con cura. Il registratore, le testimonianze delle amiche e infine quella dichiarazione davvero incredibile: 'Io sono una escort e costo mille euro a prestazione'. Quanto deve farsi dare una persona per una patente di questo tipo che le segnerà la vita? La risposta di tutti è: molti, molti soldi".
L’inchiesta va avanti
La procura di Bari intende istituire un coordinamento tra le varie inchieste sulla sanità in Puglia nelle quali compare l'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini e in parte si intrecciano con quella che vede Tarantini indagato per induzione alla prostituzione per avere pagato prostitute di lusso perché partecipassero a feste vip, comprese alcune nelle residenze del presidente del Consiglio a Roma e in Sardegna. La necessità è avvertita perché al momento sono almeno quattro le inchieste sulla sanità pugliese affidate a differenti procuratori e in alcune delle quali ricorre il nome dell'imprenditore barese e di suoi frequentatori. L'inchiesta sul giro di escort è affidata al sostituto Giuseppe Scelsi che è ufficialmente in ferie dal giorno in cui sono state pubblicate le prime rivelazioni di Patrizia D'Addario sulla sua partecipazione retribuita a due cene a casa del premier. In un caso la donna ha detto di avere avuto anche un rapporto sessuale con Berlusconi.
L’incendio alla macchina della Montereale
Le indagini sono blindate e al di là delle dichiarazioni fatte dalle ragazze, si è appreso che gli investigatori starebbero ancora ascoltando alcune delle giovani coinvolte, circa una ventina, tra cui l'amica di Patrizia, Barbara Montereale. A quest'ultima, "ragazza immagine" che ha partecipato a cene a palazzo Grazioli e a villa Certosa, l'altra notte sconosciuti hanno incendiato l'automobile parcheggiata sotto casa a Modugno, centro vicino a Bari. Sulla vicenda il sostituto inquirente, Isabella Ginefra, ha aperto un fascicolo per incendio doloso e disposto accertamenti tecnici. Una delle piste possibili ricondurrebbe ad un ex fidanzato della ragazza, appartenente alla famiglia di un noto boss barese. La giovane, però, interrogata al riguardo dai carabinieri, ha risposto: "Non intendo parlare dei miei fatti privati". A chi indaga sulla vicenda, appare evidente la non casualità dell'evento rispetto alle vicende di questi giorni.
I filoni dell’inchiesta
L'inchiesta "escort" nasce dalle intercettazioni cui Tarantini era sottoposto per un'altra indagine affidata a Scelsi e che riguarda l'attività della TecnoHospital, società dei
fratelli Claudio e Gianpaolo Tarantini, che fornisce protesi ortopediche. In questa i fratelli Tarantini sono indagati insieme con altre due persone, l'imprenditrice Ilaria Tatò e il primario di ortopedia Vincenzo Patella, per l'ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. C'è poi l'inchiesta diretta dal sostituto della Dda Desiré Digeronimo con una quindicina di indagati (tra cui l'ex assessore regionale alla sanità, Alberto Tedesco, imprenditori, direttori generali di alcune Asl pugliesi e dirigenti regionali) su presunti abusi nelle forniture di servizi e prodotti sanitari. Una inchiesta che, a quanto si è appreso, è destinata ad allargarsi e nell'ambito della quale il pm ha convocato per il 6 luglio prossimo, come persona informata sui fatti, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Un'altra inchiesta su accreditamenti di strutture sanitarie private (non sarebbero coinvolte le attività dei Tarantini) è condotta da due magistrati del pool reati amministrativi, Roberto Rossi e Lorenzo Nicastro, mentre a Rossi è affidata una ulteriore indagine che vede Gianpaolo Tarantini tra gli indagati per attività della TecnoHospital che è stata avviata diversi anni fa e per la quale nel giro di pochi giorni si dovrebbe arrivare alla conclusione.
rai news 24 27 giugno 2009
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