".....Quindi. Torniamo a Berlusconi. Un vecchio stupido, che si concede fin troppo circondato da un intero popolo di analoghi uomini che si concedono troppo e di donne che concedono troppo. In un paese dove la politica è spesso una questione sinistra e mortale (vedi al proposito il film di Paolo Sorrentino del 2008, Il Divo, sulle connessioni con la mafia di uno dei predecessori di Berlusconi, Giulio Andreotti) queste potrebbero essere considerata questioni di poco conto.
Ho il sospetto, tuttavia, che l'Italia non lascerà che anche questa volta la passi liscia. Perchè c'è una cosa che gli italiani non possono tollerare. Già tutti i giornali italiani ne parlano e diventerà sempre più ineludibile mentre si avvicina il vertice del G8 a L'Aquila il mese prossimo: l'umiliazione sui media stranieri. Almeno uno scandalo di mafia avrebbe un sapore vagamente hollywoodiano, ma trovarsi con i pantaloni abbassati di fronte al mondo, questa è proprio una brutta figura. E, in Italia, questo è veramente un peccato imperdonabile.
Pertanto, anche con tutto il potere e la ricchezza di Berlusconi, le persone che detengono nelle loro mani le redini di questa storia, e quindi la direzione futura della sua carriera politica, sono le donne. Le donne - Patrizia D'Addario e Lucia Rossini, per citarne solo due - che lui ha cercato di sfruttare grossolanamente. Per quanto possono essere delle escort, non sono da sottovalutare.
Qualunque sia la verità sulle transazioni commerciali che possono essere intercorse, il più grande errore di Berlusconi è stato di sottovalutarle"
L'intero articolo:
L'articolo di Sarah Vine sul TimesOnLine del 23 giugno 2009: L'Italia di Berlusconi mostra uno strano tipo di femminismo. Sottotitolo: lo scandalo di Berlusconi rivela che lungi dall'essere la terra dimenticata dal femminismo, l'Italia è ancora una società matriarcale.
"Chi ha seguito la saga continua di Silvio Berlusconi, il Primo Ministro italiano, con i suoi racconti di yacht in Sicilia, ville romane, escort e contratti di costruzione, potrebbe concludere che l'Italia è una terra dimenticata dal femminismo. Sicuramente solo la più irriducibile delle società scioviniste eleggerebbe e tollererebbe un uomo di tal fatta come suo capo di Stato, un uomo che sembra trattare le donne come merce, da acquistare e vendere per l'indulgenza del suo ego.
Ecco l' uomo che possiede la seconda più alta carica in Italia (non dimentichiamoci del Papa). Ha vinto tre volte, e ogni volta ci sono stati seri interrogativi circa le sue prestazioni. Tuttavia, egli sembra aver interpretato il ruolo di Primo Ministro della Repubblica d'Italia come una via di mezzo tra un imprenditore di night club un attore di cabaret (molti dei più divertenti aneddoti su di lui includono i dettagli sulle sue doti canore e sulla sua mano pesante con il make-up). Il Cavaliere, come è conosciuto, è un esagerata versione da cartone animato dello stereotipo standard sul maschio italiano: vaniesio, pomposo, borioso, paternalista e sessualmente insicuro.
Come molti dei suoi concittadini, Berlusconi crede davvero di essere speciale, e quindi invincibile. Si tratta di un modello che si ripete in tutta Italia. Sin dalla una giovane età, è chiaro che gli uomini e i ragazzi sono particolarmente favoriti. Ma anche se crescono credendosi degli esseri umani superiori, la realtà non è così semplice.
Un figlio maschio è ancora motivo di grande festa in Italia e da bambini, i maschi sono autorizzati a giocare, mentre le loro sorelle mettono in ordine la camera da letto. Poi crescono in affascinanti perdite di tempo, passando il loro tempo agli angoli delle strade, nei bar e ristoranti, facendo grandi discorsi, fischiando quando passa una bella ragazza. What they don't concern themselves with is domestic drudgery; statistically, Italian men do less housework than almost any other males in Europe - except for Latvians. Like a Ferrari, the Italian male is bred for speed rather than for efficiency. Quello che non li riguarda è la fatica domestica; statisticamente, gli uomini italiani fanno meno lavori domestici di quasi tutti gli altri maschi europei - tranne che per i lettoni. Come una Ferrari, il maschio italiano è cresciuto per la velocità, piuttosto che per l'efficienza.
E per quanto riguarda il ruolo delle donne italiane? Al suo cuore, l'Italia è uno delle poche società matriarcali occidentali rimaste, un paese dove le donne, lungi dall'essere indifese, vittime dello sfruttamento sessuale da parte di una supremazia maschile predatoria, sono al centro di ogni processo decisionale. Dalle piccole imprese a conduzione familiare alle imperi internazionali della moda, le donne in Italia sono più potenti e di successo di altrove, se non di più. E' che lo fanno diversamente.
Un silezioso gioco di potere, ecco cià che è il femminismo in Italia. Non è il femminismo nel senso tradizionale della parola, ma è, a suo modo, un trionfo del femminile.
A differenza della Gran Bretagna, che tradizionalmente è stata una vera e propria società patriarcale, l'Italia è sempre stata di gran lunga più propensa all'idea della donna forte. Non necessariamente in pubblico, ovviamente - ma in privato, ragazzi, certo che sì. Nelle piccole aziende a conduzione familiare sono spesso le madri e le figlie a prendere le decisioni, mentre i figli guidano auto veloci pavoneggiandosi in giro con i loro bei vestiti. Dietro ogni uomo d'affari di successo italiano vi è una madre, sorella o moglie astuta che controlla i conti e mantiene sempre gli occhi aperti in caso di guai.
Pensate a queste donne come delle leonesse: ferocemente protettive, eminentemente capaci, terrificanti se provocate, ma, per qualche antico motivo, felici di lasciare la che i loro inetti maschi prendano il sole tutto il giorno, sbattano la coda alla vista dell'antilope che gli passa davanti ogni tanto e sembrino sempre magnifici.
Ah sì, vi ho sentito dire, ma per quanto riguarda il fatto che così tante donne italiane sembrano vestire come delle conigliette di playboy in pausa dal lavoro? Dove sta l'empowerment femminile in un paio di tacchi 12 che non ti permettono di muoverti? Anche in questo caso, la spiegazione è culturale. Anche in questo caso, culturale. Non lo negherò: lo chic italiano è essenzialmente uno chic strombazzante.
Guardate Gina Lollobrigida o Sophia Loren, o Nancy Dell'Olio. Tutte donne importanti, di successo, potenti, le quali erano solite vestirsi come se avessero una tariffa oraria. Strano? Per nulla: è proprio così che sono le donne italiane (in questo senso è molto più facile vivere in Gran Bretagna: è possibile indossare scarpe basse per andare al lavoro). Ma vi posso assicurare di una cosa: non lo fanno per i loro uomini. Lo fanno per loro stesse.
Forse la più grande esponente del femminismo alla maniera italiana è Donatella Versace. Non è solo un'acclamata imprenditrice al timone di un impero globale del design, veste anche in un a maniera "fiammeggiante", uno stile suo proprio. Stilisticamente, c'è molto poca differenza tra lei e le donne le cui accuse Berlusconi sta così con forza cercando di negare. Eppure non vi è nulla di indifeso o di oppresso nella Versa,ce. E' solo che lei si veste così- e perchè no?
Quindi. Torniamo a Berlusconi. Un vecchio stupido, che si concede fin troppo circondato da un intero popolo di analoghi uomini che si concedono troppo e di donne che concedono troppo. In un paese dove la politica è spesso una questione sinistra e mortale (vedi al proposito il film di Paolo Sorrentino del 2008, Il Divo, sulle connessioni con la mafia di uno dei predecessori di Berlusconi, Giulio Andreotti) queste potrebbero essere condierata questioni di poco conto.
Ho il sospetto, tuttavia, che l'Italia non lascerà che anche questa volta passi liscia. Perchè c'è una cosa che gli italiani non possono tollerare. Già tutti i giornali italiani ne parlano e diventerà sempre più ineludibile mentre si avvicina il vertice del G8 a L'Aquila il mese prossimo: l'umiliazione sui media stranieri. Almeno uno scandalo di mafia avrebbe un sapore vagamente hollywoodiano, ma trovarsi con i pantaloni abbassati di fronte al mondo, questa è proprio una brutta figura. E, in Italia, questo è veramente un peccato imperdonabile.
Pertanto, anche con tutto il potere e la ricchezza di Berlusconi, le persone che detengono nelle loro mani le redini di questa storia, e quindi la direzione futura della sua carriera politica, sono le donne. Le donne - Patrizia D'Addario e Lucia Rossini, per citarne solo due - che lui ha cercato di sfruttare grossolanamente. Per quanto possono essere delle escort, non sono da sottovalutare.
Qualunque sia la verità sulle transazioni commerciali che possono essere intercorse, il più grande errore di Berlusconi è stato di sottovalutarle"
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