giovedì 13 agosto 2009

Bari: Tarantini, la droga e le escort

Tarantini: la droga serviva «per migliorare e coltivare le relazioni sociali»

BARI - «Non ho mai fatto ricorso alla cocaina come mezzo di corruzione per i miei affari e il mio lavoro. L’ho utilizzata per migliorare e coltivare le relazioni sociali». A parlare il 28 luglio è Gianpaolo Tarantini che al magistrato antimafia Giuseppe Scelsi racconta di quella estate in Sardegna, delle feste a Bari, della vacanza a Montecarlo per il gran premio di Formula 1, del concerto di Madonna, della mega festa per i 30 anni di sua moglie e delle volte che ha fatto uso di coca.

Parla dell’amico di comitiva Max Verdoscia e di Alessandro Mannarini suo ex collaboratori tuttofare. Snocciola una serie di date, fa cenno ad una serie di luoghi, di circostanze in cui ha fatto uso di droghe. Di quella volta a Montecarlo, con i suoi amici «Non ricordo di aver portato della cocaina». Poi c’è quell’incontro intimo.
Tarantini: «Ho conosciuto quella donna... so che era una escort. Le ho dato 500 euro prima. Poi le ho dato 1000 euro... in quella circostanza ho consumato dello stupefacente».
Tarantini viene chiamato a rendere conto di intercettazioni telefoniche nelle quali si parla di cessioni di droga a belle donne del jetset romano e di pasticche fatte scivolare nel vino alla moglie di un notissimo stilista.
Tarantini: «Posso dire di non aver ceduto stupefacente alla signora Began. Non ho mai messo droga nel vino della signora Duringer: lei me lo ha domandato scherzosamente ed io le ho detto che non mi sarei mai permesso. Ricordo di averne ceduto all’amica Francesca Lana in più occasioni. Non ricordo di averla data alla signora Maria Teresa De Nicolò».

I racconti di Gianpi dell’estate 2008 partono da quando i «tre moschettieri», come pare amassero farsi chiamare un’estate fa, fanno rifornimento di coca per la Sardegna
Tarantini: «Nel giugno del 2008 ho preso in locazione una villa in Sardegna per 70mila euro. Una parte della somma è stata pagata da Massimo Verdoscia. Insieme abbiamo deciso di portare della cocaina. Ognuno l’ha procurata per proprio conto. Erano 50-70 grammi. Ricordo che a portarla è stato Mannarini. La mia la misi in cassaforte. Ognuno ne prese una parte e la utilizzò per proprio conto. Posso dire di aver litigato con Mannarini perchè dalla cassaforte mancava della cocaina».

Dalle indagini emerge che la comitiva Tarantini si portava dietro la droga in quasi tutte le occasioni importanti ma Gianpi nega di averla comprata in occasione della sua gita a Roma per assistere al concerto di Madonna.
Tarantini: «Non ricordo di averne presa per il concerto di Madonna al quale ho assistito insieme alla signora Benetton che nulla ha a che vedere con queste vicende e con il consumo di droga».

Gianpi non nasconde di essersi procurato la coca in diverse occasioni.
Tarantini: «Posso dire di aver comperato della cocaina da persone diverse e per uso personale. La prendevo spesso da Nico e Onofrio, altri nomi non li ricordo. In occasione della festa per i 30 anni di mia moglie ricordo di averne ceduta ad alcune amiche. In occasione di un’altra festa privata, nella primavera, posso dire di averla ceduta agli amici Gianni e Nicola».

Tarantini parla con gli investigatori del vizietto comune alla sua comitiva. Tar antini: «Verdoscia la consumava e la cedeva. Ricordo una circostanza in cui l’ha data agli amici Guido e Dario. Verdoscia e Mannarini erano soliti rifornirsi da Stefano di Torre a Mare».

gazzetta del mezzogiorno 13 agosto 2009

«Non fare il furbo, ho testimoni»:
le liti tra la Began e Tarantini

Le telefonate dell’attrice «favorita del premier» con l’imprenditore. Per gli investigatori si parla di droga

BARI —Droga, tanta droga. Liti furibonde. Ragazze pronte a vendersi. O a concedersi per uno «sballo». Le carte dell’accusa contro Massimo Verdoscia delineano l’estate del 2008 trascorsa in Sardegna con Giampaolo Tarantini, accusato di favoreggiamento della prostituzione per avere reclutato ragazze da portare alle feste di Silvio Berlusconi. Verdoscia, in carcere per detenzione e spaccio di droga, ha riferito che il dominus assoluto era proprio Tarantini, finito sotto inchiesta anche per corruzione. Avrebbe pagato politici e medici per ottenere appalti nel settore sanitario.

I suoi vizi e gli illeciti sono raccontati nell’informativa della Guardia di Finanza dove un ruolo dominante lo hanno le ragazze ingaggiate per allietare le feste, E non è solo sapore di mare. Ma di coca. Starlette, anche note, la chiedono con insistenza. Anche se Francesca Lana, secondo quanto riportato nell’informativa, si lamenterà a fine estate della «scarsa qualità». A sentire Tarantini e l’ex amico Alessandro Mannarini, anche Sabina Began — diventata famosa come l’«Ape regina» per essere una delle favorite del premier — deve «disintossicarsi ». In una telefonata intercettata il primo settembre 2008 alle 17.31 Mannarini racconta che di ritorno dalla Sardegna è stata male. Ma «tra 10 giorni le cose cambieranno. Basta disintossicarsi da questa vacanza». Tarantini: «Ma perché che è successo?». «Le ho detto: quella cosa non la volevi quella sera. Però sei stata tu la prima a chiederla come anche tutte le sere. Non puoi scagliare la pietra se non la volevi ti dovevi imporre», racconta Mannarini e per gli investigatori allude alla droga. Proprio per la droga si scatena una lite tra la Began e Tarantini. In una telefonata del 26 dicembre 2008 la Began si infuria: «Perché mandi alla gente regali da 250 euro?», forse piste di cocaina sospettano gli inquirenti. Lui: «Non volevo scavalcarti». Lei: «Mi metti in una situazione durissima. Non fare il furbo. Io ho sempre dovuto difenderti» dice la Began. Lui: «Io non ho portato niente». Lei: «No anche a Roma eri solo tu. Non c’era Alessandro (Mannarini, ndr) quindi non fare il furbetto. Io c’ho i testimoni ». Gli investigatori sospettano che si parli di coca e che l’appuntamento a Roma cui fa cenno possa essere il concerto di Madonna.

Francesca Lana è tra le più citate nell’informativa. In una telefonata invita l’interlocutore a guardarsi dalle truffe degli spacciatori: «È un grammo a pezzo? Non sarà 0,9?». L’altro rassicura: «Questi sono 13 pezzi. L’ho pesato sono 13 grammi». Ce n’era tanta di cocaina. E, secondo gli investigatori veniva tenuta in cassaforte. Tra le persone citate nell’informativa c’è Terry De Nicolò che al magistrato un mese fa ha confermato di avere preso soldi da Tarantini per partecipare a una cena a Palazzo Grazioli e di essersi fermata per il dopocena. «La ragazza offriva prestazioni sessuali su richiesta di Tarantini», scrivono adesso gli investigatori della Finanza.

Anche al Billionaire Giampy avrebbe portato prostitute. Lo racconta sua moglie Nicla a un’amica in una telefonata intercettata il 9 agosto 2008 parlando di Tommaso Buti, socio di Briatore al Billionaire. «Buti lo voleva uccidere» racconta Nicla. «E perché?» chiede l’amica. «Perché stava entrando in bagno con Nena e Paola». E alla fine vengono cacciati via tutti. Resta il quesito che pone Mannarini in una telefonata intercettata: «Ma tutto ’sto ambaradan chi lo finanziava? Chi lo voleva?».

Virginia Piccolillo
corriere della sera 13 agosto 2009

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