giovedì 4 giugno 2009

Il premier: Regione alla Lega Pdl Veneto in rivolta: mai

Bufera nel partito per le dichiarazioni di Berlusconi a «Porta a porta» Poi si corregge: decisivo il voto. Increduli i colonnelli, Galan in silenzio

Il governatore Giancarlo Galan, il premier Berlusconi e il ministro Luca Zaia alla inaugurazione del Passante (archivio)

Il governatore Giancarlo Galan, il premier Berlusconi e il ministro Luca Zaia alla inaugurazione del Passante (archivio)

VENEZIA — Davvero un regalo di matri­monio straordinario, in tutti i sensi. Sabato il governatore Giancarlo Galan si sposa e l’illustre testimone di nozze, nonché capo politico, nonché presidente del Consiglio, nonché ex datore di lavoro di Galan mede­simo, Silvio Berlusconi, gli confeziona que­sto bel presente via etere e davanti a milio­ni di italiani. Partecipando mercoledì sera alla tra­smissione «Porta a porta», cioè uno dei luo­ghi dove si fa la politica italiana, Berlusconi ha dichiarato testualmente: «Abbiamo già per il futuro - riporta l’agenzia Ansa - delle Regioni del Nord in mente dove attribuire alla Lega delle cariche importanti, come la presidenza della Regione Veneto». Più tar­di, a margine della trasmissione e quindi fuori onda, il premier correggerà il tiro: «Il partito che otterrà il miglior risultato in Ve­neto indicherà il futuro presidente della Re­gione - ha precisato Berlusconi - ecco per­ché io invito a votare il Pdl, in modo che sia il primo partito».

Ma, ormai, l’effetto di­rompente delle sue prime parole aveva già provocato una deflagrazione. Durante la trasmissione, il presidente del Consiglio era andato anche oltre. Alla domanda se fosse stata, quella riguardante il Veneto, una precisa richiesta di Umberto Bossi, il presidente del Consiglio e capo as­soluto del Pdl aveva risposto: «La mia è un’offerta spontanea a un alleato leale». Co­rollario: «Ne abbiamo già parlato alcune volte - aveva aggiunto Berlusconi - natural­mente ne parleremo ancora e questo rien­trerà in un piano di accordi complessivi, che sono sicuro saranno presi con la soddi­sfazione entrambi». Insomma, una mazzata (anche sul piano umano) alle ambizioni di Galan - ambizio­ni sostenute, con qualche dichiarazione pubblica, dallo stesso Berlusconi - di ripre­sentarsi l’anno prossimo per un quarto mandato alla guida del Veneto. Tutto que­sto a meno di tre giorni dal matrimonio del governatore e, soprattutto, dalle elezioni europee e amministrative, dove il motivo centrale è proprio la competizione fra allea­ti di centrodestra, Pdl e Lega, in vista delle regionali 2010. La rettifica finale di Berlu­sconi, quanto meno, non toglie tutto il sale alla pietanza elettorale: se fosse già scritto, ai massimi livelli per giunta, che la Regione Veneto cambierà guida e andrà a un presi­dente leghista, allora i risultati delle urne sarebbero ininfluenti. Sia che il Carroccio sorpassasse gli alleati, sia - a questo punto - che il Pdl mantenesse il primato dei con­sensi. Dire che le parole del premier hanno pro­vocato sconcerto e un moto di ribellione nel Pdl veneto, è ancora poco.

Mentre Ga­lan, forse per non dover andare a spada sguainata contro il suo mentore nonché te­stimone di nozze, ha preferito per una vol­ta il silenzio affidandosi a un «no com­ment », la reazione del coordinatore regio­nale del partito, Alberto Giorgetti, è lapida­ria. E tutt’altro che conciliante: «Natural­mente attendiamo conferma di una così in­credibile notizia». Già la scelta dell’aggetti­vo, incredibile, lascia intendere il seguito: «In ogni caso il Pdl del Veneto - mette in chiaro Giorgetti - non ha alcuna intenzione di lasciare questa regione alla Lega Nord, poiché il Pdl oggi è il primo partito e lo sa­rà ancora dopo il 6 e il 7 giugno». Giorgetti, che appena poche ore prima aveva assicura­to «il Veneto non cambierà bandiera», ri­spolvera le sua radici di uomo della destra: «Noi non molliamo. Anche perché a decide­re è il cittadino elettore». Almeno su que­sto, a posteriori Berlusconi gli ha dato ra­gione. Ma anche sotto questo aspetto, le parole del premier non hanno affatto rassicurato i colonnelli del Pdl veneto. Dice Fabio Gava, deputato ed ex assessore di Galan in Regio­ne: «A parte che mi sembra fuori luogo par­larne a tre giorni dalla elezioni, prendo atto della correzione di tiro da parte del presi­dente ma mi permetto di osservare: una scelta di questo peso non può essere deter­minata - argomenta Gava - da un voto in più o in meno nelle urne, ma va ponderata nel contesto di un equilibrio più generale. Tra l’altro, per il particolare tessuto so­cio- economico del Veneto, una Lega che avesse la presidenza della Regione tende­rebbe a diventare una specie di Südtiroler Volkspartei nostrana. Di questo bisogna te­nere conto». E sabato, tutti al matrimonio.

Corriere del Veneto Alessandro Zuin
04 giugno 2009

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