mercoledì 17 giugno 2009

REFERENDUM, RIFONDAZIONE:ASTENSIONISMO

Mercoledì 17 Giugno 2009 17:28

Riceviamo e pubblichiamo:Il PRC di Reggio Calabria ha riunito, in data 16 Giugno, il Comitato Politico Provinciale per discutere dell’esito del voto del 6 e 7 Giugno scorso.
La riunione, che ha visto la partecipazione attenta e consapevole dei quadri dirigenti del partito, ha spaziato sulle dinamiche elettorali delle europee appena passate, dall’insuccesso della Lista Comunista su scala nazionale (3,4% e nessun parlamentare europeo eletto) alla splendida affermazione ottenuta invece a livello provinciale e regionale (rispettivamente, 8,1% e 6,7%, i dati migliori di tutt’Italia).
Due sono state le indicazioni unanimi della discussione: l’importanza di un partito e di candidature radicati territorialmente, capaci di parlare ad ampi settori della società e di produrre iniziativa sociale a stretto contatto con i bisogni dei cittadini; la necessità di proseguire con l’esperienza della Lista Comunista, creando un coordinamento stabile PRC-PdCI-Socialismo2000 e aprendo ad un dialogo unitario con tutte le altre forze della sinistra alternativa politica e sociale (da “Sinistra e Libertà” di Vendola al PCL di Ferrando, dalla sinistra CGIL al sindacalismo di base, dall’associazionismo democratico a singoli intellettuali, ecc.).

A conclusione della riunione di Comitato Politico Provinciale, infine, è stato approvato un ordine del giorno in cui si manifesta il NO al referendum elettorale del 21 Giugno, con l’impegno per i circoli e i militanti PRC a non partecipare alla votazione e l’invito ai militanti del PD di non seguire le direttive nazionali e di contribuire anch’essi al fallimento del referendum.
La nostra avversione ai quesiti referendari nasce da ragioni politico-istituzionali estremamente serie: infatti, se dovesse vincere il SI, la conseguenza non sarà il superamento dell’orrenda legge elettorale attualmente in vigore (il cd. “Porcellum”) bensì il riconoscimento di un premio di maggioranza assoluta alla lista (non ad una coalizione di liste) che otterrà la maggioranza relativa dei voti (qualunque essa sia). Per capire: se Berlusconi ottiene, come alle ultime europee, il 35% dei voti e risulta essere la prima lista su scala nazionale, con la nuova legge risultante dalla vittoria del SI al referendum avrebbe il 55% dei seggi in parlamento, diventando il padrone assoluto del sistema politico-democratico italiano (il prossimo parlamento, ad esempio, sarà chiamato ad eleggere anche il Presidente della Repubblica). L’unico esempio di legge elettorale simile è quello della “Legge Acerbo” del 1923, utilizzata dal Partito Nazionale Fascista per imporre il proprio regime.
La scelta del PD, di converso, è sostenere il referendum per ottenere una specie di monopolio del centrosinistra e dell’opposizione: una vera e propria scelleratezza condita di becero opportunismo di parte! Infatti, con la vittoria del SI auspicata dal PD, i partiti minori sarebbero costretti ad unirsi di fatto al partito di Franceschini per competere con Berlusconi, per tentare di prendere anche un voto in più del PdL e ottenere così il premio di maggioranza assoluta. In una parola, l’obiettivo è costruire forzatamente un sistema bi-partitico, costruito su PD e PdL e con l’esclusione delle forze minori e di milioni di voto (vedi sbarramenti elettorali vari): un’autentica menomazione della democrazia e della rappresentanza!

Il 21 Giugno, quindi, diciamo NO ai referendum elettorali rifiutando di parteciparvi e chiamando al rispetto del pluralismo democratico tutti i cittadini di buona volontà. La democrazia italiana non può e non deve ridursi ad un sondaggio fra Berlusconi (che con il SI al referendum diventerebbe pressoché imbattibile) e un PD onnivoro che monopolizzi l’opposizione e cancelli definitivamente la sinistra italiana.

Il Segretario Provinciale PRC
Antonio Larosa

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