giovedì 18 giugno 2009

DONADI, (IDV): Un premier fragile, debole e ricattabile


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La vicenda che coinvolge il premier Berlusconi è squallida e poco edificante e come tale ci interessa poco. Quello che invece ci interessa e molto è che abbiamo un presidente del Consiglio che ama vivere pericolosamente e lo fa da sempre, in tutti gli aspetti della vita. Ha amato vivere pericolosamente come patron di Mediaset, società riconosciuta colpevole di aver pagato tangenti. Ha amato ed ama vivere pericolosamente le sue relazioni sociali, tanto da essersi tenuto in casa per anni Vincenzo Mangano, lo stalliere di Arcore, pluricondannato e teste di ponte della mafia in Lombardia, che osò addirittura definire un eroe. Ama vivere pericolosamente le sue relazioni private, tanto da circondarsi di ragazze giovani per allietare le sue serate e le sue notti.

Ognuno sceglie di vivere la sua vita come meglio crede. Ne risponde alla propria coscienza di uomo, marito e padre. Se il protagonista di questa vita spericolata fosse soltanto un ricco imprenditore brianzolo, un po’ barzotto e avanti negli anni, la cosa si fermerebbe lì, dalle parti della nostra morale. Leggeremmo, qualora ne avessimo voglia, i particolari delle sue gesta pruriginose su qualche giornaletto scandalistico, quei giornaletti da ombrellone che allietano le nostre giornate al sole.

La questione qui è un’altra ed assume contorni completamente diversi perché in ballo non c’è quel ricco imprenditore brianzolo, un po’ barzotto cui accennavo prima ma il presidente del Consiglio.

Il punto è questo: di quante Mills, Mangano e Noemi, il presidente del Consiglio deve comprare il silenzio per continuare a vivere pericolosamente come ha fatto sino ad oggi? Chi sono e quante sono le persone che, secondo il teorema tecnico-giuridico dell’utilizzatore finale dell’avvocato difensore Ghedini, lo possono ricattare? Quale è il prezzo che paga per il loro silenzio? Quale è il prezzo che un Paese deve pagare per garantire la vita spericolata del presidente del Consiglio? Quante leggi deve ancora subire questo Paese per garantire l’impunità al presidente del Consiglio? Quante bavagli deve ancora subire la stampa di questo Paese per permettere al presidente del Consiglio di continuare a vivere pericolosamente? Quale è il prezzo che dobbiamo pagare per i vizi privati del presidente del Consiglio?

Quanti Mangano ci sono in giro, quanti Mills, quante Noemi? Quante persone ancora si affacceranno alla ribalta di questa squallida vicenda per ricattare il premier?

Non ci sono più confini privati o puramente etici in questa vicenda. In ballo c’è l’immagine e la sicurezza di un Paese, con tutto quello che ne consegue. Un presidente debole, fragile, ricattabile condizionabile nelle scelte da chicchessia, starlette, aspiranti veline, imprenditori senza scrupoli, non può guidare un grande paese con grandi responsabilità internazionali.

18 giugno 2009 www.massimodonadi.it

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