giovedì 18 giugno 2009

BERLUSCONI, LA D'ADDARIO TESTE IN OMICIDIO DI SQUILLO


Verifiche sugli spostamenti delle donne che avrebbero partecipato, a pagamento, a feste organizzate nelle residenze private del presidente del Consiglio sarebbero in corso da parte della procura di Bari che ha avviato una inchiesta per induzione alla prostituzione in luoghi esclusivi di Roma e della Sardegna. Lo si apprende in ambienti vicini alle indagini. In particolare, le verifiche riguarderebbero le intestazioni di biglietti aerei e i pernottamenti in hotel romani dove le ragazze ascoltate dalla procura avrebbero detto di essere state ospitate. Sinora sarebbero quattro le donne ascoltate, tra cui Patrizia D'Addario che, secondo quanto riferisce oggi il Corriere della Sera, avrebbe anche depositato in procura registrazioni audio e video riconducibili agli incontri ai quali dice di aver partecipato. Nell'ambito dell'indagine, sarebbe prevista anche l'audizione di altri testimoni che, secondo le ragazze ascoltate, avrebbero partecipato alle fese organizzate nelle residenze del premier. Sulla vicenda a palazzo di giustizia di Bari si mantiene il massimo riserbo. Il magistrato inquirente, il sostituto procuratore Giuseppe Scelsi, è da ieri in ferie e lo sarà per due settimane.

D'ADDARIO TESTIMONE PER L'OMICIDIO DI UNA SQUILLO D'ALTO BORDO Una vita complicata emerge nel passato di Patrizia D'Addario, la donna barese di 42 anni che ha rivelato di essere stata pagata per partecipare a feste in casa del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e che è al centro di una inchiesta della Procura di Bari su un giro di prostitute d'alto bordo che sarebbero state contattate da un imprenditore barese e portate in residenze del premier a Roma in Sardegna. Patrizia D'Addario - come scrivono alcuni organi di informazione - era amica di una giovane prostituta, Marisa Scopece. La ragazza fu uccisa con otto colpi di pistola e il suo corpo semi-carbonizzato venne trovato l'11 settembre del 2007 nelle campagne del nord barese. Il cadavere venne identificato una decina di giorni dopo il ritrovamento grazie ad un tatuaggio salvatosi alle fiamme. Nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio, per il quale tre persone risultano indagate (una è in carcere), Patrizia D'Addario è stata più volta sentita dalla polizia. Gli investigatori erano risaliti a lei dall'esame dei tabulati telefonici della vittima. Il suo ruolo nell'inchiesta viene definito «marginale». La 42enne barese avrebbe solo confermato di essere legata da amicizia con la prostituta uccisa e di avere in comune numerosi amici.

"CONSERVA LA MIA FOTO, TI SERVIRA'" «Conserva la mia fotò, ti potrà servire». È il consiglio che Patrizia D'Addario, la donna barese che ha rivelato di avere partecipato per due volte a pagamento a feste organizzate in casa di Silvio Berlusconi, ha dato ad un fotografo, anche lui di Bari, che le aveva regalato la foto, pubblicata oggi su tutti i giornali, che la ritrae alle spalle del premier nel corso della visita di Berlusconi a Bari il 31 maggio scorso. Luca Turi, titolare di una nota agenzia fotografica barese, ha il suo studio proprio di fronte alla casa della donna, in una zona semicentrale della città. Dalla sua finestra, Turi aveva notato le numerose frequentazioni maschili della casa della donna. Quando fu compiuto un furto in casa della donna, lo scorso aprile, D'Addario gli aveva raccontato loro che le erano stati portati via tutti i vestiti e anche un computer. Turi racconta di avere notato la donna anche perchè la incontrava spesso in iniziative di partito (in particolare del Pdl e dell'Udc) che venivano organizzate a Bari e che l'agenzia fotografica seguiva per motivi di lavoro.

IL LEGALE: MAI PAGATA UNA DONNA «Il presidente Berlusconi, che è dedicato al lavoro 24 ore su 24, è uomo ricco di denari e di simpatia e di voglia di vivere. Certamente non ha bisogno che qualcuno gli porti le donne. Pensare che Berlusconi abbia bisogno di pagare 2000 euro una ragazza, perchè vada con lui, mi sembra un pò troppo. Penso che potrebbe averne grandi quantitativi, gratis». Lo dice Niccolò Ghedini, deputato del Pdl e avvocato del presidente del Consiglio, a proposito dell'inchiesta di Bari. «Secondo lo schema disegnato dalla D'Addario, che a noi non risulta corretto, Berlusconi sarebbe soggetto inconsapevole», sottolinea Ghedini, «non c'è alcuna possibilità che ci sia un collegamento tra il presidente e questa indagine». L'esponente Pdl torna sull'espressione «utilizzatore finale» usata ieri: «Mi spiace ma il inguaggio tecnico è quello; colui che riceve è l'utilizzatore finale. Può esere un linguaggio crudo ma è così».

fonte:http://www.leggo.it/articolo.php?id=21455

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