LA BATTUTA
Cena a Portofino con la figlia e Tronchetti Provera
DAL NOSTRO INVIATO
PORTOFINO — La battuta che gli piace di più, quella che serve a sdrammatizzare il caso Noemi, Silvio Berlusconi se la riserva per la serata. È quando arriva in piazzetta a Portofino, dove lo aspetta per una lauta cena il suo ristoratore preferito, Puny, e si concede al bagno di folla per mano al nipotino Alessandro — 18 mesi —, e seguito dalla mamma Barbara (incinta del secondo figlio) e dal compagno Giorgio Valaguzza. Il piccolo, una delizia di riccioli biondi e occhioni azzurri che il nonno fa contare fino a dieci, dire il suo nome e perfino recitare in inglese l’augurio « have a nice day », buona giornata, si ferma ad accarezzare un cagnolino, poi — tra i flashes dei fotografi — passa a «corteggiare» delle bimbe lì accanto.
Berlusconi non si fa scappare l’occasione: «Ecco, è come il nonno: gli piacciono le minorenni...». La gente ride, come fa subito dopo quando un turista gli si avvicina e gli regala un libretto in cui, dice, c’è il segreto per far scomparire definitivamente i comunisti, e lui: «Perché, ci sono ancora? Pensavo di averli fatti fuori tutti...». E poi scherza con i fotografi: «Mi hanno detto di tutto, ci manca solo che mi dicano che sono gay...».
Alla fine, il premier si siede al suo tavolo tra amici, famigliari e, come ospiti d’onore, Marco Tronchetti Provera e sua moglie Afef. La cena può iniziare, non prima del saluto agli astanti, ancora con il nipotino in braccio: «Ecco, oggi avete avuto un’idea dell’attività del presidente...».
P. D. C.
corriere della sera 14 giugno 2009
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