venerdì 12 giugno 2009

MAGIC ITALY: IL LOGO VARATO DI NOTTE DA BERLUSCONI

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fonte:http://socialdesignzine.aiap.it/notizie/11283/IT

La magia di Magic Italy

Ultimi aggiornamenti (11 giugno ore 14:00):

"Stanotte ho varato il marchio 'Magic Italy' per rilanciare il turismo in Italia. Il nostro obiettivo, che è anche la missione del ministro, è raddoppiare in quattro anni, grazie al turismo, il Pil. Abbiamo la possibilità di farlo", ha detto il premier all'assemblea nazionale di Confartigianato.

9 giugno:
Ecco qua. Siamo in grado di mostrarvi, in esclusiva assoluta, la prima immagine del nuovo logo di promozione del brand Italia presentato dalla neo ministra al Turismo Michela Brambilla l'altra sera durante lo speciale elettorale del tg4. Niente è dato di sapere sugli autori dell'immmagine se non che la sua realizzazione è stata personalmente seguita dal Presidente del Consiglio. Non riusciremo mai a rimpiangere il cetriolo di It, ma certamente è difficile trovare qualche positività — non diciamo grafica, ma anche solo comunicativa — in questo tetro campionario di effetti di Photoshop.

Di seguito il video della presentazione al Tg4 che era stato rimosso da Vimeo e che è stato reinserito su YouTube.
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Segue un commento della redazione di sdz

Maggica...

Certo è abbastanza conseguente che una ‘fantasilandia’ come sta ormai diventando l’Italia (con le ‘veline’ che si candidano ai posti di responsabilità politica, i giullari e i cantori che volano ‘di stato’, con ‘papi Silvio’ che ha parole mielate per la sua 'piccola grafica pubblicitaria'), riesca a partorire e giustificare uno scempio del buon senso comunicativo e visuale come questo Magic Italy che la neo ministra ‘che dio la perdoni’ Brambilla, ha presentato in tono minore da Emilio Fede.

Questo accrocchio di luminescente barbarie grafica, a ben guardare, non ha né struttura, né status, ne dignità di marchio: ci sembra scarsamente applicabile in qualsiasi contesto, non ha un retroterra né simbolico né narrativo. Non dice nulla, non racconta nulla, non significa nulla. In Italia parla una lingua che non è l’italiano, va a occupare spazi che, su internet, sono già occupati da onesti gestori di campeggi e di bed and breakfast. Si segnala solo per la presupponente inutilità grafica che anche ogni pur modesta progettazione photoshoppata dovrebbe aver cura di evitare.

Magic Italy è offensivo per un paese che continua a vantare una decorosa, a volte gloriosa, ‘cultura del progetto’. Poco ci interessa in fondo (anche se si tratta di denari pubblici in primis e poi di buon senso collettivo) che non si sia attivato un normale meccanismo concorsuale, né che non si sia pensato di rivolgersi ad uno o più degli eccellenti maestri del settore che l’Italia vanta, né che non ci si sia in alcun modo rapportati con l’associazione dei grafici.

Ci preoccupa di più, prima come cittadini e poi come operatori del settore, che il presidente del consiglio abbia ancora una volta occupato uno spazio non suo, con l’arroganza cialtronesca che lo contraddistingue da tempo e che l’età tende a accentuare, e si sia trasformato in art director e copy di questa sesquipedale scemenza visuale, affidata poi, per l’esecuzione materiale, a quel fantasmatico ‘team di grafici’ di cui ha parlato nei giorni scorsi e di cui, al momento, non si hanno altre notizie.

Abbiamo rivolto, ironicamente ma non tanto, dieci domande al ‘presidente grafico' ma naturalmente, come ha fatto con Repubblica in un contesto ben più serio, non ha sentito, né crediamo sentirà, il dovere di risponderci. Pensiamo comunque che la comunità dei progettisti debba, in difesa della propria funzione e della propria professionalità, prendere in qualche modo posizione.

Altrimenti non si sarà solo progettato un marchio indecente ma si sarà dato un nuovo colpo, tra i tanti, alla credibilità di questo paese.

Rimbalzato ormai sulle pagine dei grandi quotidiani, vedi il Corriere della Sera on line, l’affaire magic italy si spande a macchia d’olio registrando la presa di posizione pressoché unanime di tutti gli addetti ai lavori.

La ministra Brambilla che, incauta, aveva presentato il logo da Emilio Fede, non potendo smentire di averlo fatto, dopo aver farfugliato che il suddetto logo “è in fase di definizione”, ha ritirato la mano asserendo che la presentazione ufficiale avverrà a fine giugno: “… possiamo però anticipare che i colori utilizzati saranno il bianco, il nero, il rosso ed il verde. Si ritiene di poterlo presentare in via ufficiale nel corso della medesima conferenza stampa. Solo in quella data sarà quindi possibile commentare la nuova immagine dell'Italia, che ci auguriamo incontrerà il gradimento di tutti. Ed è facilmente immaginabile quale grande studio e confronto vi sia a monte della realizzazione dei progetti menzionati”.

Non sappiamo se le parole della ministra abbiano un senso o siano, anche oggi, “voce dal sen fuggita” dato che proprio stamani Silvio Berlusconi aveva affermato, alla conferenza di Confartigianato, che aveva passato la serata di ieri a “licenziare il nuovo logo”.
Quello che comunque ci preme sottolineare, in questa evidentemente scombiccherata vicenda italiana, non è tanto la bellezza o bruttezza del marchio (su cui ci siamo già espressi e su cui la comunità dei grafici si sta esprimendo in queste ore) ma l’incredibile processo che ‘facciotuttoio’ monsieur le president, ha, ancora una volta avviato. Non si sa chi è stato incaricato del progetto, non si sa con che mandato, non se ne conoscono, nemmeno in via breve i termini e gli obbiettivi, le logiche. Per essere benevoli si piuò lamentare un deficit di trasparenza.
Avevamo qualche giorno fa rivolto al presidente le dieci fatidiche domande. Non solo non ci è stata data, al momento, risposta, ma si sono sovrapposte le rituali fanfaluche, le inevitabile bubbole che sembrano autogenerarsi intorno all’attività di governo di Silvio Berlusconi.

Al momento risulta che il presidente ha ‘personalmente’ ritoccato il marchio e l’ha definito e completato. Queste affermazioni, al di là ripetiamo della bruttezza dell’elaborato di cui trattasi, suona offensiva per la nostra professione e più in generale per il buon senso di tutti. Ripetiamo quindi le stesse domande: a pie’ fermo aspettiamo risposta.

Dieci domande

1. Da chi è composto il team di grafici che l'hanno accompagnata nei voli di stato per lavorare al nuovo marchio per il Made in Italy?

2. A che titolo sono stati selezionati?

3. Ha già avuto modo in passato di avvalersi, a qualunque titolo, della collaborazione di questi grafici? Per quali lavori?

4. Qual'è il compenso totale riconosciuto loro?

5. Oltre a Lei e al team grafico chi altri, e a che titolo, partecipa alla definizione di questo progetto?

6. Chi ha redatto il brief su cui il team ha lavorato/sta lavorando?

7. Chi valuterà la corrispondenza qualitativa del risultato alle finalità richieste?

8. Che budget è stato messo a disposizione per questo progetto?

9. A quanti e quali ministeri e/o dipartimenti fa capo il suddetto progetto?

10. È stato richiesto un parere al Consiglio Nazionale del Design?

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