giovedì 15 ottobre 2009

Crociera per gay, coppia chiede i danni: imbarazzo per conoscenti a bordo

Imbarcati su una crociera per gay
Una coppia umbra chiede i danni


Marito e moglie di Trevi: avevamo
vinto viaggio, non sapevamo nulla
ROMA
Un risarcimento di 3 mila euro per essersi trovati a loro insaputa, sostengono, a bordo di una nave che ospitava una crociera per omosessuali mentre invece ritenevano di avere prenotato un viaggio classico tra Civitavecchia e Barcellona: è quanto chiedono alla compagnia di navigazione Grimaldi marito e moglie originari della zona di Trevi, nel perugino.

La coppia, persone di mezza età sulle quali non si sono appresi altri dettagli, si sono rivolti all’avvocato Antonio Francesconi. Il legale ha quindi scritto alla compagnia dalla quale - ha spiegato - però al momento non ha ricevuto risposta. «Non è una questione di discriminazione - ha detto oggi il legale - ma solo di mancata soddisfazione per il viaggio. Uno spiacevole equivoco che però va risarcito».

Non è dello stesso parere il presidente di Gay.it, Alessio De Giorgi, organizzatore della crociera che parla di «caso di omofobia» e chiede a sua volta un risarcimento danni. La coppia aveva ottenuto il viaggio, di tre giorni, con una raccolta punti. Dopo averlo scelto su un catalogo - ha spiegato ancora l’avvocato Francesconi - i due si erano «messi in contatto con la compagnia per la prenotazione senza però che nessuno facesse riferimento alla crociera gay, così come non c’ erano accenni nel depliant».

Giunti al porto di Civitavecchia, il 19 settembre scorso, i due - in base sempre alla ricostruzione del legale che li rappresenta - hanno notato intorno alla nave giornalisti, fotografi e teleoperatori pensando però inizialmente alla presenza di qualche personaggio famoso. Una volta a bordo marito e moglie si sono invece accorti che si trattava in realtà di «Revuelta», la prima crociera per omosessuali organizzata in Italia. Con feste e spettacoli, ma anche striscioni di benvenuto, «tutti» dedicate al mondo gay. Circa mille e 500 le persone a bordo.

Sulla nave i due avrebbero incontrato anche alcune persone a loro note. «Una situazione di palese imbarazzo per i miei assistiti - ha sottolineato ancora l’avvocato Francesconi - ma anche per gli altri». Ora marito e moglie hanno chiesto alla compagnia un risarcimento «in via bonaria» di quello che ritengono sia il danno subito per una vacanza «rovinata». In caso non dovessero ottenerlo il loro legale ha già annunciato l’intenzione di procedere per vie legali. De Giorgi contesta la ricostruzione fatta dall’avvocato della coppia sostenendo che «l’evento non era offensivo per nessuno e mai nulla di scandaloso è accaduto a bordo. La vicenda - ribadisce - mette in evidenza quanta omofobia ci sia in questa società».

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