La procura vuole vederci chiaro sul decesso del pusher indicato come "il confidente"
Il gruppo Tosinvest querela Repubblica e chiede 30 milioni di euro di danni
Marrazzo, accertamenti sulla morte di Cafasso
I magistrati contro la scarcerazione dei quattro carabinieri
ROMA - La procura di Roma ha disposto accertamenti sulla morte di Gianguarino Cafasso, lo spacciatore indicato come il "confidente" da uno dei carabinieri indagati con l'accusa di aver ricattato l'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo. E Natalie ha ricostruito di fronte ai magistrati il giorno dell'irruzione dei carabinieri in via Gradoli.
Il racconto di Natalie. "Era fine giugno tra le 15 e le 17. Io ero con Piero e a un certo punto sono arrivati due carabinieri in borghese, Carlo e Luciano. Hanno bussato, credevo fosse una mia amica". Il trans brasiliano Natalie ha ricostruito di fronte agli inquirenti il giorno dell'irruzione nel suo appartamento di Carlo Tagliente e Luciano Simeone, i due carabinieri in carcere per il ricatto a Marrazzo. "Avevo detto a loro - si legge nel verbale - che non avevo clienti, ma Carlo e Luciano sono entrati dicendomi che ero con qualcuno che a loro interessava molto vedere". Descrive, quindi, la scena vista dai militari: "Piero era in mutande bianche. Loro mi hanno obbligato a uscire sul balcone. Si sono parlati per circa venti minuti. Poi sono tornata nella stanza e ho sentito che minacciavano Piero dicendo che se lo avessero portato in caserma lo avrebbero rovinato dato che stava con un transessuale. Ho sentito che uno dei due voleva 50mila euro, ed altri 50mila li voleva l'altro ma Piero non aveva quei soldi".
La morte di Cafasso. Cafasso è deceduto a settembre per un arresto cardiaco provocato probabilmente dall'assunzione di droga. Allo stato non sussistono elementi per ipotizzare una morte violenta dell'uomo, ma gli inquirenti vogliono comunque far luce su quel decesso. Per questo sono in attesa del completamento dell'esame autoptico e delle risultanze delle analisi tossicologiche. Cafasso, legato a una transessuale di nome Jennifer, era molto conosciuto negli ambienti dei viados che gravitano nella zona di via Gradoli dove, a luglio, l'ex governatore del Lazio era stato sorpreso in compagnia di una trans.
"I carabinieri restino in carcere". La procura si opporrà alla scarcerazione dei quattro carabinieri detenuti a Regina Coeli. La posizione dei pm sarà formalizzata il 4 novembre durante l'udienza del Tribunale del riesame sulle istanze di scarcerazione presentate dai legali di Carlo Tagliente, Luciano Simeone, Antonio Tamburrino e Nicola Testini. Prima dell'udienza i magistrati sentiranno di nuovo i quattro carabinieri detenuti e il quinto militare indagato, Donato D'Autilia, coinvolto in passato in un'indagine per pedofilia e ora iscritto nel registro degli indagati per l'ipotesi di reato di ricettazione.
Il Gruppo Tosinvest ha intanto querelato Repubblica per la ricostruzione della vicenda pubblicata oggi. In una nota la società degli Angelucci smentisce il contenuto degli articoli, annuncia che ha dato "mandato ai propri legali di procedere in tutte le sedi opportune alla richiesta di 30 milioni di euro a titolo di risarcimento dei danni" e comunica che "tutto quanto dovesse essere riconosciuto al Gruppo come indennizzo dagli organi competenti verrà interamente devoluto in beneficenza".
(LA REPUBBLICA 31 ottobre 2009)
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