martedì 6 ottobre 2009

Sabina Began: ho presentato io Tarantini a Berlusconi

Intervista a «vanity fair»

Began: ho presentato Tarantini al premier Non sono l'ape regina e non faccio casting

«Il tatuaggio? Un omaggio all'uomo che mi ha cambiato la vita. C'è chi si tatua il Che: per me è la stessa cosa»

Sabina Began
Sabina Began
MILANO - «Purtroppo sì, Tarantini a Berlusconi l'ho presentato io. L'ho conosciuto perché era amico di Elvira Savino (la «Miss stiletto» di Montecitorio, eletta in Puglia per il Pdl, ex coinquilina della Began, ndr). Mi ha supplicata spesso, voleva conoscere Berlusconi, diceva che era il suo mito. Mi sembrava un tipo simpatico. Così, in occasione di una cena con Abramovich, vedendo che c’era già una lista di settanta persone, sono riuscita a far invitare dalla segreteria del presidente anche Tarantini e sua moglie. Tarantini voleva farsi bello con il presidente e con il suo entourage e ha cominciato a farsi accompagnare - invece che dalla moglie, che peraltro era incinta - da altre amiche, che Berlusconi salutava e accoglieva in quanto tali». L'infanzia difficile, la folgorazione dell'incontro con Silvio Berlusconi, il suo ruolo nel «Tarantinigate», la sua opinione su Patrizia D'Addario e persino un aneddoto sul famoso «lettone di Putin»: nel numero di Vanity Fair in edicola dal 7 ottobre, Sabina Began, la misteriosa «ape regina», che dallo scoppio dello scandalo tutti hanno evocato, accetta - intervistata da Giovanni Audiffredi - per la prima volta di parlare. E di posare: mostrando anche all'obiettivo il tatuaggio dedicato al premier. Sabina Began è un'attrice: in autunno sarà su Canale 5 nella fiction «Il falco e la colomba». Ha debuttato in tv nel 1997, al fianco di Alberto Castagna in «Stranamore».

Sabina Began mostra il tatuaggio con le iniziali 'S.B.' (per gentile concessione «Vanity Fair», foto di Luca Babini)
Sabina Began mostra il tatuaggio con le iniziali "S.B." (per gentile concessione «Vanity Fair», foto di Luca Babini)
Il sospetto che sia stata aiutata nella sua carriera, lei lo capirà, può venire.
«Le racconto un episodio. A una cena a Palazzo Grazioli conosco il produttore Guido De Angelis, che sta lavorando a «La figlia di Elisa - Ritorno a Rivombrosa». Faccio un provino, il regista Stefano Alleva mi dà la parte, qualche mese dopo vengo sostituita con Angela Melillo. Le sembra il destino di una raccomandata?».

Come ha conosciuto Berlusconi?
«Grazie a una coppia di amici stranieri. Mi hanno portata a una cena, a Roma, dove erano suoi ospiti. Mi ha folgorata con il suo carisma: illuminava la scena, riempiva la stanza da solo».

Ci spieghi come si diventa Ape regina.
«Io non sono l’Ape regina. E non credo di avere un segreto: mi sono semplicemente comportata con autenticità, mantenendomi indipendente e stando nel mio. Tra il presidente e me c’è stima e rispetto, non gli ho mai dato del tu, lui per me è un mito. È, per essere chiari, un rapporto assolutamente platonico. E non gli ho mai chiesto nulla, non ho mai superato i limiti della buona educazione e del buon gusto».

Stando ai verbali del suo interrogatorio alla procura di Bari, lei avrebbe un notevole network di relazioni: da Roman Abramovich a George Clooney.
«Confermo. Nel 2008 ho organizzato più di una cena per favorire il passaggio di Andriy Shevchenko dal Chelsea di Abramovich al Milan, e non ho ricevuto nulla in cambio. Ci sono procuratori sportivi che di questo campano».

E Clooney?
«Ci teneva a conoscere il presidente. Ricordo bene la sua visita a Palazzo Grazioli: era ammirato dal letto a baldacchino, quello che Berlusconi ha fatto realizzare identico al modello raffigurato in un quadro portato in regalo da Putin».

Resta il mistero su come lei possa avere un giro di frequentazioni così potenti.
«Se è questo che vuole sapere, sarò esplicita: non la do a nessuno. Loro non usano me, io non uso loro. Ho un certo charme, non sono nata bene ma mi so comportare. Al mondo una persona fidata, una confidente che sa ascoltare, vale più di un cognome o di un titolo».

Leggo la frase tatuata sul suo piede destro: «29... che illumina la mia anima e cuore per sempre. S.B.». E poi, l’immagine di una farfalla, l’insetto-gioiello che il Presidente regala abitualmente alle sue ospiti. «S.B.» sono le iniziali di Sabina Began, ma anche di Silvio Berlusconi.
«Questo è un omaggio all’uomo che con il suo esempio mi ha cambiato la vita. Il 29 è il giorno in cui l’ho incontrato (29 agosto 2006, ndr) ed è anche la sua data di nascita (29 settembre 1936, ndr). C’è chi si tatua il volto di Che Guevara. Per me è la stessa cosa» (guarda).

Crede che Berlusconi apprezzerebbe il paragone con Che Guevara?
«Perché no? Anche Berlusconi è un rivoluzionario, un combattente per la libertà e per il popolo».

Lei ha partecipato diverse volte alle cene di Palazzo Grazioli e di Villa Certosa: ci racconta che cosa accade?
«Il presidente è un padrone di casa eccezionale. Ti sa mettere a tuo agio. È un grande istrione, tutti rimangono stregati ad ascoltarlo: altro che Fiorello, non esiste uno showman come lui».

Si è detto che lei «selezioni» le ospiti.
«Assolutamente falso. Non ho mai presentato nessuna ospite a Berlusconi e non ho certo fatto dei casting per suo conto. È una menzogna, lui non ne ha certo bisogno».

Patrizia D’Addario sostiene di avere avuto rapporti con il premier. Lei la conosce?
«No. Ma non credo a una parola di ciò che dice. Né credo alle registrazioni. In giro ci sono abilissimi imitatori della voce di Berlusconi. Se anche il presidente fosse interessato, non avrebbe certo bisogno di pagare una donna».

Noemi Letizia, la conosce?
«Non l’ho mai conosciuta. Non credo si renda conto di essere uno strumento di chi vuole calunniare Berlusconi».

Non se la sentirebbe di consigliare a Berlusconi, come hanno fatto anche i suoi fedelissimi, maggiore prudenza nelle frequentazioni?
«Berlusconi è un leader che non conosce l’ipocrisia dei politici. Anche in questo è un rivoluzionario. Altro che prudenza, lui vive all’attacco».


corriere della sera 06 ottobre 2009


TAG:sabina began, ape regina, berlusconi, tarantini, palazzo grazioli, scandalo

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