giovedì 29 ottobre 2009
Marrazzo sarà sentito, dubbi su assegni
I nomi degli altri vip da colloqui informali con i trans, non acquisiti
29 ottobre, 18:51
(ANSA) ROMA - I soldi che giravano attorno alle prestazioni delle trans, i tre assegni dati ai militari e poi la denuncia, mai trovata, della sottrazione proprio di questi assegni. Potrebbero essere questi temi che gli inquirenti affronteranno con l'ex governatore del Lazio, Piero Marrazzo, che sarà chiamato a rispondere, già nei prossimi giorni, su alcune lacune che riguardano la testimonianza resa la mattina prima degli arresti dei quattro carabinieri coinvolti nell'inchiesta del ricatto sul video compromettente. Gli inquirenti, che stanno cercando di delinare i contorni della vicenda, a otto giorni dagli arresti dei quattro militari, sentono l'esigenza di chiarire con l'ex governatore alcuni aspetti delle sue dichiarazioni ai magistrati. Ma anche cercare di capire, ad esempio, se esiste una traccia della denuncia che Marrazzo disse di aver fatto in merito ai tre assegni, mai trovati, che diede ai carabinieri che fecere l'irruzione nell'appartamento di via Gradoli quella mattina di luglio. A questo proposito chiarimenti potrebbero essere chiesti circa la frase detta da Marrazzo ai carabinieri ricattatori e agli atti dell'inchiesta: "non mi rovinate, vi saprò ricompensare". Non è escluso poi che, inevitabilmente, a Marrazzo possa essere fatta anche qualche domanda sul gran flusso di denaro che ruotava attorno alle prestazioni con i trans. Per ora la posizione di Marrazzo non è cambiata: nel procedimento appare come teste e vittima di un ricatto.
UDIENZA RIESAME IL 4 NOVEMBRE - Il tribunale del Riesame di Roma ha fissato la data del 4 novembre prossimo per la discussione delle istanze di revoca degli ordini di carcerazione emessi nei confronti dei quattro carabinieri accusati di aver ricattato l'ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. I difensori di Luciano Simeone, Carlo Tagliente, Antonio Tamburrini e Nicola Testini si sono rivolti ai giudici competenti sulla legittimità delle misure restrittive invocando l'annullamento dei provvedimenti o, in subordine, l'adozione di misure meno pesanti rispetto alla detenzione in carcere. Alla base delle richieste fatte dagli avvocati Marina Lo Faro e Roberto Ruffo l'insussistenza dei presupposti di legge per il mantenimento dei loro assistiti a Regina Coeli.
NOMI VIP, FORSE DA COLLOQUI INFORMALI CON TRANS - Apparirebbero in colloqui informali, tra alcuni transessuali e chi sta indagando sul caso Marrazzo, alcuni nomi di personaggi noti che frequenterebbero o avrebbero frequentato l'appartamento di via Gradoli a Roma. Ovvero la casa dove Piero Marrazzo, immortalato in un video, incontrò un transessuale. Le acquisizioni dove i trans avrebbero fatto nomi di uomini importanti sarebbero state fatte circa una settimana fa, appena esploso lo scandalo. Le acquisizioni di informazioni, non verbalizzate, non si trovano né negli atti formali né nelle acquisizioni informative. Alcuni dei trans risentiti ora, compresa Natalie, ovvero il trans che si sarebbero intrattenuto con Marrazzo, però non avrebbero più fatto nomi eccellenti. Anzi avrebbero giustificato il loro atteggiamento discreto con un "calo di affari" dopo lo scandalo. Non esistono comunque, allo stato, ipotesi di reato. Frequentare transessuali infatti non è reato. Cosa diversa sarebbe se accanto a questi nomi vi fosse un sospetto, se non una prova, di altri ricatti come quello che ha travolto, fino alle dimissioni, l'ex governatore del Lazio. Ed in questa direzione le indagini proseguono.
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