LE REAZIONI DELL'OPPOSIZIONE DOPO LA BOCCIATURA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Lodo Alfano, Pd a una voce sola:"Berlusconi si faccia giudicare"
I 4 procedimenti contro il premier che riprendono
Franceschini: ristabilita l'uguaglianza. Finocchiaro: la sentenza ci dà ragione
Di Pietro duro: «Subito le dimissioni» Casini: «Non è il giudizio universale»
ROMA
«Non è una sentenza politica», non ha nessun nesso con eventuali dimissioni del presidente del Consiglio, che semmai dovrebbero arrivare solo «sulla scorta di fatti politici», ed arriva da un organo imparziale che va difeso e non delegittimato. Il Partito democratico parla con una voce sola dopo la sentenza sul Lodo Alfano e le reazioni del presidente del Consiglio. Sono i capogruppo Anna Finocchiaro e Antonello Soro, al termine di una segreteria allargata ai candidati segretari e ad alcuni big del partito a cominciare da Massimo D’Alema, a spiegare qual è la posizione dei Democratici in questa fase.
«Questa sentenza, che ha dalla sua la forza della Costituzione, ci dà ragione della nostra azione contro il Lodo Alfano», ha premesso la Finocchiaro. Quello che il presidente dei senatori del Pd sottolinea subito è che «questa non è una sentenza politica, anche se Berlusconi e il centrodestra la vogliono rappresentare così. Da questo momento -ha aggiunto la Finocchiaro- Berlusconi si presenterà davanti ai giudici come ogni cittadino fa». La Finocchiaro è anche esplicita di fronte a chi gli chiede se Berlusconi dovesse dimettersi: «il nostro giudizio sul governo è negativo, noi lo vorremmo dimissionario ogni giorno, ma sulla base di un giudizio politico, sulla scorta di fatti politici, che sono comunque gravi. E su questo che il governo dovrebbe dimettersi e non in base ad una sentenza».
Sull'argomento è intervenuto anche Bersani: «Mi pare che la decisione metta un punto fermo: Berlusconi e le alte cariche sono cittadini come tutti gli altri e sono tenuti a sottoporsi a giudizio. Berlusconi continui a fare il suo mestiere sapendo che deve andare a sentenza. Mi auguro che tutti usino adesso toni adeguati e rispettosi perchè stiamo parlando di un presidio della democrazia». Sulla stessa linea anche Franceschini: «Il supremo organismo del nostro ordinamento, la Corte Costituzionale, ha semplicemente ristabilito il principio che era stato violato, quello dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Oggi - ha aggiunto il segretario del Pd - il principio dell’uguaglianza è ristabilito, il principio che non ci possono essere eccezioni. Tutti sono uguali davanti alla legge, anche i potenti».
Durissima la reazione di Di Pietro (Idv): «Spero che da oggi, alla luce della decisione della Consulta - conclude - il presidente del Consiglio la smetta di fare leggi a proprio uso e consumo, si dimetta dall’incarico e vada a fare quello che da 15 anni si ostina a non voler fare: l’imputato. E spero che il presidente della Repubblica, d’ora in poi, non sia così frettoloso nel firmare provvedimenti incostituzionali e immorali». Più cauto Casini secondo cui «in questo paese c’è una scarsa attitudine a non rispettare la legge e le sentenze: la bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale va rispettata» ma «non è il giudizio universale. Il governo è legittimato dagli elettori, vada avanti e pensi ai problemi degli italiani che vengono prima di quelli di Berlusconi», ha concluso.
la stampa 7 ottobre 2009
LODO ALFANO: FINOCCHIARO, DI PIETRO E’ IRRESPONSABILE
(AGI) - Roma, 7 ott. - “L’irresponsabile approssimazione con la quale, uniti nel giudizio, Antonio Di Pietro (IdV) e Gaetano Quagliariello (Pdl) si rivolgono nei confronti delle piu’ alte Istituzioni della Repubblica - la Corte Costituzionale e il Capo di Stato - dovrebbe fare i conti con il fatto che sin dalla sua istituzione la Corte ha sindacato la legittimita’ costituzionale di centinaia e centinaia di norme essendo questo il suo mestiere, ed essendo in questo indipendente”. Cosi’ Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, commenta le nuove dichiarazioni di Antonio Di Pietro contro il Presidente della Repubblica dopo la bocciatura del lodo Alfano, arrivando alla sede del Pd.
Finocchiaro ha sottolineato che dalle pronunce della consulta “non e’ derivato mai, mai nella storia della Repubblica, un attacco ne’ nei confronti del Capo dello Stato, che aveva firmato quelle leggi, ne’ nei confronti della Corte che di quelle leggi aveva giudicato la conformita’ costituzionale”. (AGI)
Lodo Alfano bocciato, opposizione divisa: per Pd e Udc premier deve restare al governo, Idv e Sl chiedono dimissioni
Il Pd non chiederà le dimissioni del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, a differenza di quanto chiede l’Idv e la sinistra radicale. Reazioni discordanti dunque nell’opposizione parlamentare e anche in quella extra parlamentare, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il Lodo Alfano.
Secondo i big democratici, Berlusconi deve continuare a governare pur sottoponendosi ai processi in cui è coinvolto. Sarà lui, secondo i vertici del Partito Democratico, a valutare se è possibile conciliare gli impegni di governo con i processi che deve affrontare.
Il segretario Dario Franceschini è comunque esultante, perchè ritiene sia stato ristabilito «il principio che era stato violato, quello dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge». Franceschini ha sottolineato che per questo principio «non ci possono essere eccezioni. Tutti sono uguali davanti alla legge, anche i potenti».
Chi invece ne ha per tutti è Di Pietro. Prima prende di mira Berlusconi affinché «la smetta di fare leggi a proprio uso e consumo, si dimetta dall’incarico e vada a fare quello che da 15 anni si ostina a non voler fare: l’imputato». Il leader dell’Idv sferra anche un duro attacco nei confronti di Napolitano: «spero che il Presidente della Repubblica, d’ora in poi, non sia così frettoloso nel firmare provvedimenti incostituzionali e immorali».
A gettare acqua sul fuoco delle polemiche ci pensa Pier Ferdinando Casini, che sottolinea come «in questo Paese c’è scarsa attitudine a rispettare le leggi e, soprattutto, a rispettare le sentenze». Quella della Corte Costituzionale, ad esempio, per il leader dell’Udc «non è il giudizio universale. La Corte costituzionale ha espresso un’opinione su di una legge e ci si deve attenere a questa. Naturalmente, il governo che ha preso i voti degli elettori deve continuare a fare il suo lavoro, a occuparsi dei problemi degli italiani, che vengono prima di quelli di Berlusconi».
Sinistra e Libertà ha invece chiesto le dimissioni di Berlusconi. Una ventina di manifestanti del partito sono accorsi davanti a Palazzo Chigi per chiedere al premier di lasciare la Presidenza del Consiglio. Fra i manifestanti Paolo Cento, Grazia Francescato, Marco Di Lello.
Per Nichi Vendola «il presidente del Consiglio deve ora, senza denunciare inesistenti complotti, sottoporsi responsabilmente al giudizio imparziale della magistratura». La sentenza, afferma il Governatore pugliese, «è un duro colpo per l’arroganza di chi esigeva l’impunità e voleva porsi al di sopra delle leggi».
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