venerdì 2 ottobre 2009

JACKSON, RISULTATI AUTOPSIA: AVEVA UN CUORE FORTE E IL PESO ERA NORMALE

Jackson, l’autopsia “prima dell’overdose era in gran forma”

I risultati dell’esame autoptico, ottenuti dall’Ap, avvalorano la tesi dell’omicidio da parte del medico personale del “Re del pop”

Nuovo colpo di scena nella vicenda della morte di Michael Jackson. Il referto dell’autopsia, ottenuto dall’agenzia Associated Press, rivela che il “re del pop”, prima di subire l’overdose di tranquillanti che ha portato alla sua morte, era in ottima forma.

Un referto-shock
Il referto ottenuto dall’Ap è uno shock. Le braccia del cantante erano “coperte da segni di punture”, il suo volto e il suo collo erano “pieni di cicatrici” (una dietro ciascun orecchio, due sul naso, una di 10 centimetri sulla spalla destra, due alla base del collo e altre su polsi e braccia), e aveva “labbra e ciglia disegnate con dei cosmetici”. Ma “per essere un uomo di 50 anni” non era affatto fuori forma, anzi: pesava 62 chili per 1 metro e 75 centimetri d’altezza, un peso giudicato “normale”. E, soprattutto, il suo cuore era forte. Certo, aveva segni di artrite, e i suoi polmoni erano danneggiati (”infiammazione cronica”, riporta l’autopsia). E proprio questo potrebbe averlo lasciato senza respiro al momento delle iniezioni, risultate poi letali. Ma il rapporto sottolinea che “nessuno di questi piccoli problemi di salute metteva Jackson in pericolo di vita”. La morte di Jackson è dunque attribuibile “solo al potente anestetico che il suo medico personale gli diede per farlo dormire”.

“Stava complessivamente bene”
“Il suo stato di salute complessivo era buono”, scrive il dottor Zeev Kain, capo del dipartimento di anestesiologia dell’Università della California, Irvine, che ha analizzato il rapporto dell’autopsia per la Ap. “Tutti i risultati sono entro i limiti della normalità”.

L’ “omicidio”
Jackson è morto nella sua casa di Los Angeles il 25 giugno scorso, dopo che il suo medico personale, il dottor Conrad Murrau, gli ha somministrato una dose di Propofol - un potente anestetico utilizzato normalmente in sala operatoria, che deprime le capacità respiratorie e richiede monitoraggio costante - e tre sedativi per fare dormire il cantante, che soffriva di insonnia cronica. Murray ha dichiarato alla polizia di aver lasciato la stanza solo per andare in bagno. Una volta tornato, e accortosi dell’assenza di battito, il medico iniziò i soccorsi e fece chiamate per 47 minuti al telefono, ma il cantante non ha mai ripreso conoscenza ed è stato dichiarato morto al Medical Center della University of California a Los Angeles.

I tentativi di rianimazione
La lotta per riportare in vita Jackson era evidente sul corpo del cantante. Le costole erano state spezzate nel tentativo di far ripartire il cuore, e un congegno era stato inserito nel suo cuore per farlo tornare a battere. Al momento dell’autopsia, sul corpo dell’artista è stata condotta un’approfondita analisi tossicologica. E al di là del Propofol e dei sedativi, le uniche sostanze trovate sono la Lidocaina, un anestetico, e l’efedrina, uno stimolante usato per tentare di risvegliare Jacko. Nessuna traccia di droghe o alcol. Il dottor Kain ha detto di essere sorpreso dalla presenza di ben tre sedativi insieme al Propofol: “Di solito se ne usa uno solo, altrimenti si aumentano i rischi di arresto respiratorio”, ha detto.

Nessun alibi
Secondo l’avvocato Michael Brennan, professore di legge all’università della California, il medico di Jackson non potrà usare alcuna condizione medica “preesistente” per difendersi dall’accusa di omicidio colposo. “Un medico ha il dovere di conoscere le condizioni del suo paziente prima di somministrare dei medicinali”.


01 ottobre 2009

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