martedì 21 luglio 2009
BERLUSCONI/D'ADDARIO:«Zoccole, zoccole», escort e ricatti
La battuta profetica: «Vi piaccio come presidente ferroviere? Devo confessarvi però che mi preferisco presidente puttaniere».
Tempo fa, inaugurando una linea del Freccia rossa, il presidente del consiglio si avvicinò a Vasco Errani e a Leonardo Domenici e di fronte a una decina di testimoni seduti nello stesso scompartimento disse loro, indicando il berretto da ferroviere che aveva in testa: «Vi piaccio come presidente ferroviere? Devo confessarvi però che mi preferisco presidente puttaniere». Risate di entusiasmo dello staff presidenziale al seguito.
Non era una battuta, come ormai sappiamo fin nel dettaglio. Era un afflato di verità. Sono mesi che l’impressionante giro di ragazze da catalogo (escort, si chiamano adesso) si è fatto vorticoso, incontrollabile il via vai persino per le guardie del corpo, per i vigilanti reclutati dai servizi di sicurezza e per gli autisti, alcuni dei quali ormai scrivono ai giornali: non avete idea di che cosa succeda in macchina. I medici si affannano a spiegare, in privati conciliaboli, quali siano le conseguenze delle sostanze che il premier assume per potenziare la virilità altrimenti fiaccata dall’età e dai postumi dell’intervento alla prostata: conseguenze imprevedibili, per persistenza e per improvvisa comparsa, da cui le rivelazioni degli autisti e altri dettagli tipo le dieci docce gelate per notte che tuttavia non risolvono né leniscono, anzi. Gianni Letta tranquillizza il clero, che certo non si scandalizza ma un poco si preoccupa: non è che sia uno stile di vita da raccomandare a messa, non da esibire al Family day.
Sarebbero tristi vicende private di un uomo che nel decennio che porta agli ottanta risulta incapace di accettare l’inevitabile e per altri versi piacevole trascorrere del tempo. Un’ossessione di eterna giovinezza divenuta, come diceva al principio di tutto questo la moglie, una malattia. Sarebbe un ottimo canovaccio per un filmetto di serie C se non che l’uomo vittima di questa debolezza senile e preda dei suggeritori che si avvicendano per ‘risolverla’ si trova alla guida del paese, mente e minaccia, usa i suoi avvocati fatti eleggere in parlamento per intimidire quei pochi giornali che non dipendono direttamente o indirettamente da lui: niente, naturalmente, si dice in tv. Una vicenda da Basso impero, titolavamo il prima pagina ormai mesi fa, con risvolti da Bagaglino.
Del sonoro delle conversazioni fra Silvio Berlusconi e Patrizia D’Addario pubblicati da l’Espresso tutto o quasi già si sapeva: che lui le aveva promesso di intervenire «sul cantiere» dove la donna non riesce ad avviare un’impresa immobiliare, che non le aveva dato la «busta coi 5000 euro». Dei «porta un’amica», qui declinato con il particolare «utilizzo finale» che dell’amica vorrebbe fare. Delle telefonate del mattino dopo, con voce flautata alla ragazza di cui non ricorda il nome, le chiama tutte tesoro: sei roca? Eppure stanotte non abbiamo gridato. Clarissa, Alessia, Barbara, Patrizia. Nuovo il dettaglio della colonna sonora della serate nel letto di Putin, la notte dell’elezione di Obama: «Zoccole, zoccole», di Sal da Vinci. Un presidente puttaniere con playlist tematica, una vera finezza: un omaggio alle ospiti. La collezione di video del Duce affianca la discoteca, per le notti insonni. Ad alcune sono stati proposti come diversivo, solo alle più intime però. Ma questo lo leggerete prossimamente...
l'unità 21 luglio 2009
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