la showgirl: «sono indignata, basita, esterefatta»
La Nunez: non c’entro con il caso escort
L'attrice e il premier: "Siamo amici da tempo. Tarantini l’ho incontrato nella sala d’attesa di Palazzo Grazioli"
MILANO — «Indignata, basita, esterrefatta». Licia Nunez da Barletta, al secolo Lucia Del Curatolo, è furibonda. Il suo nome è stato associato a quello di alcune escort professioniste reclutate da Tarantini per le ormai note feste del premier. L’attrice trentunenne, francamente, non ci sta.
Licia, come si sente?
«Come vuole che stia? Non sono una escort, non ho mai preso soldi, non ho mai ricevuto regali, non faccio parte dell’entourage di nessuno. Mia mamma appena ha letto tutto questo fango è scoppiata in lacrime! Ha 64 anni ed è un’insegnante di Lettere in pensione. Ho una nipotina di 7 anni, ho dovuto chiedere a mio fratello di nascondere i giornali. È gravissimo, temo davvero per la mia carriera».
Allora chiariamolo subito. Lei conosce Giampaolo Tarantini?
«Ci hanno presentati nel settembre del 2008. Ero andata a Palazzo Grazioli per un colloquio privato con il presidente Silvio Berlusconi. Nella sala d’attesa c’era anche questo signore ».
Cosa ci faceva lei a colloquio privato dal premier?
«Dovevo chiedergli dei consigli. Per me è una sorta di paterno consulente artistico».
Converrà che non è comune...
«Tra noi è nato un bellissimo rapporto nel 2007, in autunno. Lo conobbi a Roma a una festa, lui non era ancora premier. Io ero la protagonista di Vivere, ero orgogliosa di dirgli che lavoravo per Mediaset. Fu molto gentile».
Quante volte vi siete visti?
«Sei, sette? Lo incontrai di nuovo a marzo, in un’altra occasione mondana. Presi coraggio e mi permisi di dargli il mio numero di cellulare. Incredibilmente lui mi fece chiamare dopo le elezioni e mi invitò a Palazzo Grazioli ai festeggiamenti per la vittoria. Quel giorno fu lui a darmi il suo numero di telefonino. L’ho usato poche volte: per augurargli buone vacanze, per incoraggiarlo se ha problemi di salute. Dopo il G8 per fargli i complimenti, e anche per manifestargli solidarietà sul caso delle escort».
Quando l’ha sentito l’ultima volta?
«Pochi giorni fa, mi ha chiamato lui: era indignato per quanto alcuni giornali avevano scritto su di me. Ho già chiesto ai miei legali, Alessandro Varrenti e Annamaria Bernardini de Pace, di diffidare le testate».
L’accusano di essere andata nella beauty farm di Marc Mességué, nel novembre del 2009, con Tarantini, Barbara Guerra e Graziana Capone, tutti nella stessa auto.
«Falso. In Umbria ci andai, ma da sola, e non è reato. Il premier, gentilissimo, mi mise a disposizione un’auto con un suo autista, perché io ho la patente, ma non guido. L’avevo cercato per chiedergli dei consigli e per sapere come stava. Lui mi propose di raggiungerlo a Todi».
Lì, però, Tarantini lo vide.
«Pranzammo tutti insieme. E certo, parlai anche con questo signore. Ci accomunavano le origini, scherzammo in barese. Poi ci scambiammo i numeri di telefono, fu più una cortesia. Io non chiedo mai la fedina penale a uno sconosciuto, per me garantiva il fatto che fosse ospite del premier. Tarantini mi chiamò solo una volta, ad aprile: mi invitava alla sua festa di compleanno, a Casina Valadier a Roma. Non andai».
Ha mai ricevuto soldi o regali dal premier o da persone a lui vicine?
«Mai. Anzi, sono stata io una volta a fargli un regalo. Una bella sciarpa blu di cachemire, in prossimità del suo compleanno, nel 2008. In Umbria lui l’aveva al collo, mi ha fatto piacere».
Crede che la sua amicizia con il premier l’abbia agevolata nel lavoro?
«È un problema di chi lo pensa. Qualora poi il presidente mi abbia aiutata non posso che essergli grata».
Ha ascoltato le intercettazioni del premier con le escort?
«No, non mi interessano. Il mio giudizio su di lui non è cambiato di una virgola: è un uomo vincente, geniale».
Lo ha mai chiamato Papi?
«Mai. Lo chiamo presidente. Magari ogni tanto mi scappa Silvio, ma dopo due anni di amicizia è normale».
Elvira Serra
corriere della sera 27 luglio 2009
Nessun commento:
Posta un commento