Il Pd: "Discutiamo subito la nostra interpellanza sulle cene del premier"
Napolitano: ora il dialogo. Il Pd: sì ma niente sconti. No di Di Pietro
"Escort e festini a Palazzo Grazioli
Berlusconi venga in Parlamento"
di CARMELO LOPAPA
Berlusconi in Senato
ROMA - "Il premier riferisca in Parlamento". Chiarisca cosa è accaduto in quelle serate di Palazzo Grazioli, quante donne vi hanno avuto libero accesso, qual è la natura dei suoi rapporti con l'imprenditore Gianpiero Tarantini. Dopo, solo dopo potrà partire il dialogo, si cercherà di costruire quel "clima più civile" invocato dal capo dello Stato Napolitano. Nel giorno in cui Repubblica svela nuovi risvolti dell'inchiesta di Bari - i particolari sui festini e le tante ragazze che li hanno frequentati, le telefonate preparatorie del premier - l'opposizione, dal Pd all'Italia dei valori, subordina la nuova fase politica a quel chiarimento "pubblico" promesso dal presidente del Consiglio Berlusconi e mai avvenuto. "Passaggio imprescindibile, irrinunciabile", avvertono.
Archiviato il G8, in un colloquio con il Corriere della Sera il presidente della Repubblica parla di "successo per l'Italia" e invoca "un clima più civile, corretto e costruttivo tra governo e opposizione, più senso della misura" nel dibattito politico, pur consapevole del fatto che una pace sarà "impossibile". Il Pdl plaude e rimanda la palla nell'altra metà del campo, anche se Fabrizio Cicchitto è scettico: per il nuovo clima "bisogna essere almeno in due". E infatti, il leader dell'Idv Di Pietro stronca sul nascere la proposta: "Non è il tempo del dialogo" perché "questo governo non è civile, né corretto né costruttivo, continueremo a fare opposizione senza concessioni". Dal Pd una disponibilità c'è, ma molto condizionata. "Sì, ma non faremo sconti" mette in chiaro il capogruppo alla Camera Antonello Soro. "Parole sagge, ma il dialogo dipende dal governo", dice Anna Finocchiaro. Anche perché - questa la tesi di tanti - resta sullo sfondo la vicenda sulla quale indaga la magistratura e incalza la stampa internazionale da mesi. C'è una mozione sul codice etico degli uomini di governo che il Pd ha presentato al Senato e che sarà discussa la prossima settimana. "Ma c'è anche una nostra interpellanza alla Camera sulle famose cene presidenziali, attendiamo ancora una risposta - dice Lanfranco Tenaglia, responsabile giustizia del partito - Saggio, condivisibile il richiamo di Napolitano, a patto che il confronto non sia una gentile concessione alle opposizioni e che prima si faccia chiarezza sugli scandali emersi". Concetto ripreso da Marco Minniti, responsabile Sicurezza. "Che ci sia un clima meno infuocato penso sia giusto chiederlo. Il tema però è che la situazione imbarazzante non deriva da un complotto dell'opposizione, ma da una sequenza di eventi, da fatti, inchieste squadernate sui giornali di tutta Europa. E'evidente che il premier deve chiarire. Questo passaggio è presupposto imprescindibile e irrinunciabile". Peraltro, fa notare il senatore Roberto Della Seta prendendo spunto proprio dalle rivelazioni di Repubblica, "è passata una giornata senza alcuna smentita da parte di Palazzo Chigi, nonostante i fatti riportati abbiano dell'incredibile: il silenzio è più eloquente di mille parole". E Paolo Nerozzi, senatore Pd anche lui: "Come fa il presidente Berlusconi a non capire che è anche nel suo personale interesse fare chiarezza?". E poi, insiste la senatrice Albertina Soliani, "chi può oggi garantire i cittadini che non vi siano state, tra gli ospiti entrati a Palazzo Grazioli senza controllo, persone infiltrate e in grado ora di ricattare il premier?" Dialogo impossibile, ribadisce il dipietrista Pancho Pardi, perché "per quanto ci riguarda resta aperta la questione delle domande di Repubblica alle quali il premier non ha risposto se non per quattro volte, mentendo. Di cosa vogliamo discutere con un personaggio così? Dialogo su che, poi, sulla prostituzione? Ecco, quando avranno il coraggio di portare in aula la legge avremo di che divertirci".
(LA REPUBBLICA 13 luglio 2009)
Archiviato il G8, in un colloquio con il Corriere della Sera il presidente della Repubblica parla di "successo per l'Italia" e invoca "un clima più civile, corretto e costruttivo tra governo e opposizione, più senso della misura" nel dibattito politico, pur consapevole del fatto che una pace sarà "impossibile". Il Pdl plaude e rimanda la palla nell'altra metà del campo, anche se Fabrizio Cicchitto è scettico: per il nuovo clima "bisogna essere almeno in due". E infatti, il leader dell'Idv Di Pietro stronca sul nascere la proposta: "Non è il tempo del dialogo" perché "questo governo non è civile, né corretto né costruttivo, continueremo a fare opposizione senza concessioni". Dal Pd una disponibilità c'è, ma molto condizionata. "Sì, ma non faremo sconti" mette in chiaro il capogruppo alla Camera Antonello Soro. "Parole sagge, ma il dialogo dipende dal governo", dice Anna Finocchiaro. Anche perché - questa la tesi di tanti - resta sullo sfondo la vicenda sulla quale indaga la magistratura e incalza la stampa internazionale da mesi. C'è una mozione sul codice etico degli uomini di governo che il Pd ha presentato al Senato e che sarà discussa la prossima settimana. "Ma c'è anche una nostra interpellanza alla Camera sulle famose cene presidenziali, attendiamo ancora una risposta - dice Lanfranco Tenaglia, responsabile giustizia del partito - Saggio, condivisibile il richiamo di Napolitano, a patto che il confronto non sia una gentile concessione alle opposizioni e che prima si faccia chiarezza sugli scandali emersi". Concetto ripreso da Marco Minniti, responsabile Sicurezza. "Che ci sia un clima meno infuocato penso sia giusto chiederlo. Il tema però è che la situazione imbarazzante non deriva da un complotto dell'opposizione, ma da una sequenza di eventi, da fatti, inchieste squadernate sui giornali di tutta Europa. E'evidente che il premier deve chiarire. Questo passaggio è presupposto imprescindibile e irrinunciabile". Peraltro, fa notare il senatore Roberto Della Seta prendendo spunto proprio dalle rivelazioni di Repubblica, "è passata una giornata senza alcuna smentita da parte di Palazzo Chigi, nonostante i fatti riportati abbiano dell'incredibile: il silenzio è più eloquente di mille parole". E Paolo Nerozzi, senatore Pd anche lui: "Come fa il presidente Berlusconi a non capire che è anche nel suo personale interesse fare chiarezza?". E poi, insiste la senatrice Albertina Soliani, "chi può oggi garantire i cittadini che non vi siano state, tra gli ospiti entrati a Palazzo Grazioli senza controllo, persone infiltrate e in grado ora di ricattare il premier?" Dialogo impossibile, ribadisce il dipietrista Pancho Pardi, perché "per quanto ci riguarda resta aperta la questione delle domande di Repubblica alle quali il premier non ha risposto se non per quattro volte, mentendo. Di cosa vogliamo discutere con un personaggio così? Dialogo su che, poi, sulla prostituzione? Ecco, quando avranno il coraggio di portare in aula la legge avremo di che divertirci".
(LA REPUBBLICA 13 luglio 2009)
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