lunedì 6 luglio 2009

Le ronde nere sbarcano a Roma. La Regione: sembrano squadracce


ROMA (5 luglio) - Dopo la parata di Milano, le famigerate "ronde nere" si sono presentate anche a Roma, sotto la denominazione ufficiale di "squadre della Guardia Nazionale", con tanto di divisa che si richiama chiaramente a camicie grigie, nere e brune di triste memoria: stemma tricolore, aquila appuntata al petto con su scritto SPQR. «Le divise potranno anche fare a meno dei simboli dei partiti ma l'Aquila non si tocca perché è la nostra storia», è una delle perle sentite durante la presentazione. Dotazione prevista: spray urticante e torce.

Saluto del legionario al ritorno dell'impero romano. Alla presentazione la presidente nazionale dell'Msi-Destra Nazionale, Maria Antonietta Cannizzaro: «Anche se le chiamano così le nostre non sono ronde nere, anche perché le nostre divise non sono nere ma ocra come quelle dell'esercito italiano». Saluto del legionario e braccio disteso con tre dita aperte (ad inneggiare al «ritorno per la terza volta dell'Impero romano») i nuovi volontari della Guardia Nazionale italiana mirano a «portare la sicurezza nella Capitale, soprattutto - spiega la loro presidente - nelle zone più periferiche e abbandonate. Saremo operativi non appena verrà pubblicato il decreto sicurezza sulla Gazzetta ufficiale, tempo una trentina di giorni».

«Oggi abbiamo presentato i volontari della guardia nazionale che opereranno su Roma - spiega la Cannizzaro - Eravamo presenti io, il presidente del partito nazionalista italiano, nonché ideatore della guardia nazionale, Gaetano Saya e una quindicina di volontari. A Roma e nel Lazio però sono centinaia i volontari che hanno fatto richiesta di unirsi a noi». Saya è un militante di destra rinviato a giudizio nel 2004 per propaganda di idee fondate sull'odio razziale e nel 2005 ai domiciliari per aver creato all'interno del Dipartimento studi strategici antiterrorismo una sorta di "polizia" parallela.

Le ronde nere erano già state presentate in pompa magna a Milano, fra un saluto fascista e un altro. Le procure di Milano e Torino avevano avviato indagini, mentre il ministro Maroni il 15 giugno le aveva definite impossibili e il sindaco Alemanno aveva parlato di «cosa indecorosa e vergognosa».

«Più che ronde sembrano squadracce e speriamo che le istituzioni lo capiscano per tempo», è il commento dell'assessore regionale alla sicurezza Daniele Fichera. Fichera si dice «certo che nessuna amministrazione locale in Italia concederà alcuno spazio alle milizie politiche come tutrici dell'ordine pubblico. Ogni volta che nella storia ciò è avvenutoè stato l'annuncio di tentativi di restringere la democrazia e la libertà per tutti. Purtroppo sta cominciando a verificarsi ciò che era prevedibile, l'istituzionalizzazione delle ronde, sostanzialmente inutile dal punto di vista della sicurezza, rischia di essere l'alibi per gruppi violenti organizzati di darsi una veste di rispettabilità. Tutto ciò, anzichè contribuire alla sicurezza dei cittadini, non potrà che aumentarne la insicurezza».
il messaggero 5 giugno 2009

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