giovedì 5 novembre 2009

Caso Marrazzo, trans Jennifer racconta morte di Cafasso

Cafasso aveva cercato di “piazzare” il video con l’ex governatore. «Lo vendo e vado via – aveva detto – altrimenti mi fanno fuori».


Comincerà questa mattina l’udienza davanti al Tribunale del riesame nei confronti dei quattro carabinieri furfanti, i cui difensori hanno chiesto la scarcerazione o una misura più lieve. Sarà un’udienza non facile anche per la procura, perché le ultime dichiarazioni dell’ex governatore della Regione Lazio potrebbero portare a rivedere alcuni dei capi di imputazione che vengono contestati al gruppo. Marrazzo dice: «Non sono mai stato ricattato e ho fatto uso di cocaina. Quei carabinieri lì mi hanno rapinato».

Poi aggiunge: «I soldi, i cinquemila euro servivano per pagare droga e prestazione sessuale». I militari indagati sono accusati di spaccio di sostanza stupefacente, di estorsione, minaccia e rapina. Allora, come si concilieranno le ipotesi di reato con la nuova versione resa dall’ex presidente della Regione? Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli sono intenzionati a dire no alla possibilità di fare tornare in libertà i quattro, ma certo, a loro carico, è possibile che il gup decida di rivedere le accuse. Nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Sante Spinaci, a proposito della droga filmata sul tavolo dell’appartamento del trans Natalie, il giudice conclude che si tratta di una messinscena ordita per incastrare l’ex governatore.

Su questo punto, è facile immaginare, che ci sarà il maggiore scontro tra inquirenti e difensori.
In attesa che i giudici della Libertà valutino la posizione dei quattro militari, l’attività investigativa continua. Ieri i pm avevano chiesto di risentire gli arrestati in carcere, ma loro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Anzi, hanno preferito inviare un fax alla procura per avvertire che non avrebbero parlato, e dunque che era inutile che i magistrati andassero fino a Regina Coeli. Negli uffici di piazzale Clodio, invece, si è presentato Donato D’Autilia, il quinto carabiniere indagato per i fatti cominciati all’inizio dello scorso luglio con l’irruzione nell’abitazione del transessuale Natalie, dove si trovava l’ex presidente del Consiglio regionale. D’Autilia, che risponde della sola ipotesi di ricettazione del video in cui si vede Marrazzo, ha detto di non sapere nulla del ricatto.

Ha fatto dichiarazioni spontanee solo per dirsi estraneo alla vicenda. Il suo nome è già noto alla giustizia perché coinvolto in una indagine per pedofilia. «Conosco i colleghi Testini, Tagliente e Simeone, ma non ho rapporti con loro da diverso tempo», avrebbe spiegato ai pm.
Agli atti dell’inchiesta è finita anche la deposizione del trans Jennifer, testimone oculare della morte di Gianguarino Cafasso, il pusher indicato dagli indagati come l’autore del video girato in via Gradoli.

Cafasso è morto nello scorso settembre per un arresto cardiaco dovuto probabilmente a overdose. Quella sera era in un albergo sulla Salaria, proprio in compagnia di Jennifer, con la quale aveva una relazione. Secondo il racconto del transessuale avrebbero consumato droga insieme. Cafasso era solito aspirare la cocaina da una bottiglia. Subito dopo lui si sarebbe sentito male ed è morto. Ora gli inquirenti vogliono vedere chiaro su questo decesso.

Cafasso aveva cercato di “piazzare” il video con l’ex governatore. «Lo vendo e vado via – aveva detto – altrimenti mi fanno fuori». Per questa ragione, i pm hanno disposto accertamenti medico legali e analisi tossicologiche. A differenza di altri trans, come Natalie, le dichiarazioni rese da Jennifer non sono state considerate così importanti da riconoscerle lo status di testimone di giustizia. E quindi verrà espulsa perché clandestina.
di Cristiana Mangani / Il Messaggero
mercoledì, 4 novembre, 2009, 16:52

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