venerdì 13 novembre 2009

Marrazzo, il memoriale di Natalie:"Lui non era l'unico cliente famoso"

Natalì: Marrazzo non è l'unico cliente famoso:C'era un volto della tv e un ex calciatore

Novella 2000 pubblica la seconda parte dell'intervista a Natalì, il trans coinvolto nel caso Marrazzo. E parla di un volto noto della tv molto potente e di un ex calciatore...

Caso Marrazzo, parla Natalì "Piero non deve stare solo. Ho paura che si ammazzi"

Intervista esclusiva di Novella 2000 al trans dello scandalo romano. "Veniva, mi pagava e poi parlava della sua vita, senza fare niente. Ci siamo conosciuti nel 2001, ci vedevamo per tre volte la settimana. Mi confidava del suo grande amore, una donna dello spettacolo che non aveva voluto sposarlo"


Caso Marrazzo, il trans Natalì (foto per gentile concessione di Novella 2000)


* La prima parte del memoriale
Tratto da dagospia

Roma, 13 novembre 2009 - Ecco le nuove confessioni del trans Natalì, protagonista del 'caso Marrazzo'. La seconda puntata del 'memoriale' pubblicato su Novella 2000.

"Piero mi diede questa penna perché voleva pensassi a lui ogni volta che scrivo», dice Natalì mostrando una biro di poco valore, che però per Marrazzo ne aveva, essendo quella con cui firmava le sue cose più importanti. Natalì la tiene in una borsa che appende nell'armadio, a mo' di scrigno.


Ce la mostra quando le chiediamo di lei, dell'ex Governatore della Regione Lazio e degli otto anni in cui si sono frequentati. «Di soldi e regali non posso parlare. Ma molte cose sono come questa penna, hanno un valore soprattutto affettivo», dice Natalì, che dopo la pubblicazione della prima puntata di questo suo memoriale era un po' offesa: «Avete messo la foto in cui ero dal parrucchiere, non ero bella lì...».

Alla sua immagine ci tiene, e tanto. Le è costata soldi, sei interventi e una sofferenza che oggi accetta di raccontarci perché, dice, «è quella di tante donne imprigionate in un corpo da uomo». Prima però si sfoga. È preoccupata per Marrazzo, per la sua salute, ed è delusa da lui: «Ha detto che usava cocaina. Perché lo ha fatto? Perché non me ne ha mai parlato? Mi diceva tutto».


Non parla da prostituta ma da amica tradita, ferita dalle ombre che ora vede in una relazione lunga otto anni. «Le persone non le conosci mai abbastanza». E questa sua amarezza è un assist per tornare a parlare dei suoi amori. E soprattutto di Marcelo, il brasiliano insegnante di Jujitzu con cui ha avuto una relazione tra il 2001 e il 2004, «finché non mi ha lasciato per fare un figlio».

È ancora innamorata?
«Sì».

Ha amato altri?
«No. Anche Piero... gli voglio bene, è speciale, ma ho sempre visto in lui un cliente, benché diverso».

Vorrebbe innamorarsi?
«Con gli uomini ho chiuso. Il lavoro mi mette a contatto con tante cose brutte, meglio lasciar perdere».

Che cosa intende dire?
«Gli uomini ti fanno soffrire. Sono stata male per Marcelo, perché dare a un altro la possibilità di fare lo stesso? Una volta basta, non mi innamorerò più».

Capiterà anche a lei, come al suo ex Marcelo, di volere una famiglia?
«Ho l'amore per i miei nipoti».

Ci racconta di sua moglie?
«Si chiama Angela, vive a Velletri, fuori Roma. Per otto mesi, dopo il matrimonio sono stata con lei».

Le piaceva Velletri?
«Per niente... È troppo piccola».

Si prostituiva anche lì?
«No, facevo la parrucchiera a domicilio».

Cosa prova per Angela?
«Tanto affetto, le voglio bene».

Lei è mai stata con una donna?
«In Brasile, prima di confessare a mamma e papà la mia omosessualità, avevo avuto delle fidanzatine. Piccole cose, ero un ragazzino di soli 13 anni».

E dopo aver detto tutto ai suoi?
«Ho avuto dei fidanzati, ma non li ho mai portati a casa».

Ha fatto l'amore con una donna?
«A me piacciono gli uomini».

Piero Marrazzo era per Natalì un cliente speciale. Ma non l'unico famoso. La trans naturalmente si rifiuta di fare nomi, ma ci dà comunque qualche indizio: «C'era il concorrente di un reality, che veniva con una smart rossa. Ha smesso quando ha messo su famiglia. Un notissimo e giovane ex calciatore».

Si è parlato di potenti della Tv.
«Ho avuto incontri con un volto noto della televisione, molto potente. Quando è venuta fuori la storia di Piero mi ha offerto soldi per non fare il suo nome. Non lo avrei fatto comunque».

Ci sono anche altri politici?
«Io parlo solo dei miei clienti, degli altri non so. Le trans molte volte inventano. Ma ce n'è uno, di centrodestra, che qui è un habitué. Io però con lui non ci sono mai andata».


Non tutti i gay diventano transessuali.

«A me piace il corpo delle donne, soprattutto il seno. Volevo averlo anche io». Ecco perché Natalì ha deciso di modificare il suo aspetto, a colpi di ormoni e chirurgia. Però non intende operarsi e cambiare sesso definitivamente: «Sono felice col mio corpo, mi piaccio così».

José come è diventato Natalì?
«Quando avevo 17 anni ho iniziato una cura a base di ormoni femminili, che ho smesso a 25 anni».

Non ne ha più presi?
«Il medico mi disse che non ne avevo più bisogno, non sono molto pelosa».


La cura ormonale si fa solo per mandare via peli e barba?
«No, anche per avere sembianze più femminili. Però può essere pericoloso, se si esagera con il dosaggio. Il sangue si impoverisce, servono le trasfusioni».

Lei ne ha avuto bisogno?
«No, il mio organismo ha reagito bene».

È vero che quelle cure ormonali possono causare l'impotenza?
«Pure questo dipende dall'organismo. Io non ho mai avuto quel problema».

Parliamo del suo seno...
«È una settima misura».

Quando l'ha fatto?
«L'ho ingrandito cinque volte. La prima in Brasile, con i soldi di mio padre».

Glieli aveva dati proprio per questo?
«Per i miei 18 anni papà avrebbe voluto comprarmi un'auto, come aveva fatto con gli altri due figli maschi. Ma sapeva che avevo bisogno di altro. Allora mi ha dato 9 mila euro e mi sono regalata una terza, prima di venire in Italia».

Perché poi ha rifatto l'operazione?
«Mi sembrava troppo piccolo, quindi nel 2002 ho chiesto una quinta misura a un chirurgo qui in Italia. Che delusione».

Di cosa era delusa?
«Voi qui avete taglie diverse. La vostra quinta da noi è una terza. Uscita dalla sala operatoria avevo il seno identico a quando ci sono entrata».


Ed è corsa ai ripari.
«L'anno successivo ho fatto una quarta in Brasile, ma era venuto comunque un po' piccolo. Quindi nel 2005, prima di Miss Transexual a Rio, mi sono regalata una sesta italiana. Nel 2006 sono arrivata alla settima, in Brasile. Era la taglia più proporzionata alla mia altezza, che supera il metro e 80 centimetri».

Al suo viso che cosa ha fatto?
«Nel 2004, il giorno del mio compleanno, il 20 dicembre, mi sono rifatta il naso. Non lo avevo tanto grande, ho giusto tirato un po' su la punta. Ho approfittato dell'anestesia per fare inserire silicone negli zigomi, nel mento e nel labbro superiore. Ho fatto anche qualche seduta di laser per barba e peli sul seno. Ora ho iniziato il trattamento anche sulle braccia».

Nulla al labbro inferiore?
«Era già molto carnoso».


C'è un modello a cui si ispira?
«A Miss Transex International, a Firenze, mi chiamavano Natàlia Moric perché, più magra, somigliavo a Nina. Mi dicono anche che sembro Valeria Marini».

Le piace Valeriona.
«È perfetta, sembra una trans, con tutte quelle paillettes, è luccicante. Ma la più elegante di tutte è Emanuela Folliero».

Ha fatto altro al suo corpo?
«Metto lenti a contatto azzurre, e ho tre tatuaggi. Un filo spinato sul bicipite sinistro, come quello di Pamela Anderson. Poi una mongolfiera con dentro Betty Boop tra le scapole e la scritta Oyade, il nome di Santa Barbara in africano. E poi il simbolo del dollaro sul coccige».


Nella prima puntata di questo memoriale Natalì aveva criticato «le trans di via Due ponti che non mandano soldi in Brasile». Lei invece investe solo a Rio: «In Italia sono in affitto, pago 930 euro al mese per la casa in via Gradoli».

Che cosa ha in Brasile, invece?
«Quattro case. Tre le ho messe in affitto, nella quarta vivo nei mesi in cui sto lì. Ma ho anche una farmacia, in società con mio cognato, che è farmacista. Lui la gestisce e dividiamo i guadagni. Bisogna costruire, la fortuna non è eterna».

I suoi sanno che lei fa la parrucchiera. Ma compra case e negozi. Non sospettano sia una bugia?
«Adesso che la notizia di me e Piero è arrivata in Brasile lo sanno. Prima forse sospettavano, senza chiedere nulla».

Lei guadagna molto?
«Abbastanza. Ma da quando è scoppiato questo scandalo non ho più lavorato. In Brasile si dice: "Chi ha sorte per i soldi non ha sorte per l'amore". E io cerco almeno di far soldi».

I suoi clienti ora avranno paura...
«Tutt'altro: le mie amiche che lavorano in strada mi dicono che tanti chiedono il numero della "Natalì di Marrazzo". Ma ci sono giornalisti e fotografi davanti casa mia, non posso mica farli venire qui».

Perché lei in strada non va più.
«Dal 2004 lavoro solo in casa».

Come si è organizzata?
«Il lavoro è come un vizio, più guadagni più vuoi guadagnare. Mi sono data delle regole: ricevo solo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 22, ma tra le 11 e le 16 non viene nessuno. Colpa del traffico sulla Cassia. Allora ne approfitto per la spesa, la lavanderia... Quel 3 luglio, il giorno dell'irruzione, quando Piero mi ha chiamata ero appena tornata da quelle commissioni».

Quanto guadagna?
«Circa 100 euro a cliente, e possono essere da 5 a 10 al giorno. I miei ormai sono fissi, alcuni molto generosi, che lasciano più dei 100 euro pattuiti».

Quanto tempo rimane con ognuno di loro?
«Tre canzoni. Ho un cd di musica Brasiliana che faccio partire all'inizio dell'incontro. Alla terza canzone è tutto finito. Di rado parte la quarta».

È molto fiscale!
«Sono professionale. Loro lo sanno e non si lamentano».

E nel weekend non lavora.
«Esco, vedo le amiche, faccio shopping, la mia grande passione».



Spende molto?
«Tutto quello che mi porto dietro. Non mi controllo, specie su scarpe e borse. Una volta ho bruciato 7 mila euro in un solo pomeriggio».

Cos'altro fa nel week end?
«A volte sabato sera vado a cena con le mie amiche Fabiola e Carolina e poi al Muccassassina, il locale gay più famoso di Roma. Però non mi piace tanto, tutti mi rimorchiano, io invece voglio divertirmi. E la domenica mangio».

E gli altri giorni?
«Sono a dieta, devo perdere otto chili. La domenica però una amica trans mi cucina piatti brasiliani...».

Ha altri appuntamenti fissi?
«Lunedi mattina in chiesa. Prego spesso e sono devota a Santa Barbara, la protettrice dei tempestati. E il lunedì sera al cinema. Amo i film romantici. So che fa ridere, ma il preferito è Pretty woman».

Lei lo ha avuto un Richard Gere?
«Negli anni ce ne sono stati due, Bruno e Roberto, mi volevano solo per loro».

Volevano anche vivere con lei?
«No e non avrei accettato. Amo stare sola, gli uomini vanno bene solo per alcune cose. Non rinuncerei alle mie abitudini, alle mattinate con Tom&Jerry...».

Chi sono i clienti?
A lei, che è la trans più famosa d'Italia, abbiamo chiesto di guidarci in un viaggio nel mondo suo e dei suoi clienti. «Non è vero che vengono da noi perché facciamo tutto. Io per dire ne avrò baciati al massimo dieci, compreso Piero».

Il cliente medio?
«Di tutti i tipi. Su dieci appuntamenti, otto sono con uomini e due sono con coppie. Le donne da sole, invece, non vengono mai e se vengono col partner si limitano a guardare. Gli uomini sono tutti attivi e passivi secondo la serata. Vale anche per il sesso orale».

Chi va con una trans è un omosessuale latente?
«Non credo. In fondo è solo un altro modo di fare sesso. È curiosità, trasgressione, ma se tornano è perché gli piace».

Le è capitato di non riuscire ad andare con un cliente troppo brutto?
«Quelli che non mi piacciono non li faccio entrare. Invento un impegno dell'ultimo minuto, non mi va di offenderli».

Usa sempre il preservativo con i suoi clienti?
«Sempre. I clienti che vogliono farlo senza li mando via. Ci tengo alla vita. Faccio controlli medici due volte l'anno. Tante trans non li fanno. Se la prostituzione in Italia fosse regolamentata i controlli sarebbero obbligatori, tutto sarebbe più sicuro e pagheremmo anche le tasse».

Come si sceglie una trans
Alte o basse, femminili come e più di una donna o androgine. Ma allora, cos'è che guida la scelta di un cliente? «Sbaglia chi pensa che sia la bellezza».

Allora che cosa cercano?
«Il cliente ti sceglie se sei femminile in tutto, e non solo nell'aspetto. È il nostro modo di essere donna che cercano».

Solo questo?
«La pulizia, anche. Ci sono trans belle da cui i clienti scappano alla vista del porcile in cui vivono. Igiene e ambiente tranquillo contano più della bellezza».

Gli annunci di trans sono pieni di dettagli sulle dimensioni del pene. Sono così importanti?
«Io non sono superdotata, anzi, però lavoro tanto».

Un'ultima domanda. Cosa le spiace di più di tutta questa storia?
«Che Piero stia soffrendo. E che se le indagini vanno per le lunghe quest'anno rischio di saltare il Carnevale di Rio e la sfilata sul carro della mia scuola di samba, la Mangueira».
quotidiano.net 13 novembre 2009

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