La circostanza emerge dai verbali dell'inchiesta romana sul ricatto
Per i magistrati esisteva già un piano per incastrare l'ex governatore
Video di Marrazzo, c'erano i carabinieri
all'incontro con le croniste di "Libero"
Tre dei quattro militari finiti in carcere tentarono subito di vendere il filmato
di ELSA VINCI e MARINO BISSO
ROMA - I carabinieri erano lì, per la trattativa. Dal primo istante. Gli ultimi verbali depositati dai pm sul caso Marrazzo dimostrano che tre dei quattro militari arrestati per il ricatto hanno girato il film e "ingaggiato" il pusher Gianguarino Cafasso per "piazzarlo". Con quel video vogliono farci solo dei soldi o puntano a distruggere l'ex governatore del Lazio?
I verbali del titolare e del custode di un bed & breakfast sulla Cassia dimostrano che i militari sono attori nella trattativa per la vendita del filmato con coca e trans e che usano un luogo sicuro per l'incontro tra Cafasso e le giornaliste di Libero. In quella pensione "niente controlli e accesso gratis". E perché i carabinieri cercano di vendere subito il film con cui avrebbero potuto ricattare Marrazzo? Obbediscono a una regia? I magistrati scrivono che il loro è "un piano predeterminato per incastrare il presidente della Regione Lazio". Adesso rischiano nuove accuse.
Già il 15 luglio, dodici giorni dopo l'irruzione in casa del trans in cui sorprendono Marrazzo, i militari sono nel bed & breakfast scelto per condurre l'affare. Quella sera le giornaliste di Libero, che hanno avuto un primo contatto con il pusher l'11 luglio, incontrano Cafasso in viale Francia. Salgono sulla sua vecchia Volvo e arrivano sulla Cassia, si fermano davanti al Wilson, al civico 878, non lontano da via Gradoli. Infatti il custode romeno racconta ai pm: "Ricordo perfettamente che un giorno di luglio venne il maresciallo Testini con altri due. Un certo Carlo ( Tagliente) e un "biondino", Luciano (Simeone), che poi ho visto sui giornali. Mi dissero che la stanza serviva per motivi di lavoro".
Adrian Lutic racconta anche l'arrivo di Cafasso: "Sul monitor vidi giungere una vecchia Volvo. Scesero in tre. Non so chi fossero, solo ombre, una più alta e le altre due più basse". Quelle "ombre" - per i pm - erano di Cafasso, di Fabiana Ferri e Brunella Bolloli, di Libero. Anche le circostanze sull'incontro riferite dalle giornaliste coincidono con il racconto dal portiere. Nei 30 minuti trascorsi nella stanza, guardando il video con Cafasso, le croniste hanno sempre l'impressione che ci fossero altri. Fabiana Ferri infatti dichiara: "Dietro l'altra porta ebbi la sensazione che ci fosse qualcuno perché a un certo punto Cafasso guardò in direzione di quella porta, che in quel momento era alle mie spalle". I carabinieri in ascolto, secondo la procura. continua a leggere
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