La mamma è arrivata ieri dal Brasile. Domani l'incontro con i magistrati
Nel computer della donna le mail ricevute prima del rogo. Nessun accenno al caso Marrazzo
di ALVARO FIORUCCI
PERUGIA - Azenete Rodriguez Mendez e la sorella Edina, madre e zia di Brenda, nel bagaglio che le ha accompagnate da Rio de Janeiro a Fiumicino e poi a Perugia, hanno messo anche alcune lettere, un paio di cartoline e un computer portatile nel quale ci sono fotografie ed e-mail. Sono le ultime cose che hanno ricevuto dalla transessuale morta nell'incendio a Roma.
"Ce le ha mandate Edù e alcune sono recenti", ha spiegato la donna ai legali perugini Valter Biscotti e Nicodemo Gentile. "Voglio conoscere tutta la verità, qualunque essa sia", ha detto. Edù, un nomignolo, che spesso sostituiva il soprannome Willy, con il quale in famiglia chiamavano Wendel che poi si è dato un altro nome ancora quando ha lasciato Belen, nel nord del Brasile, per cercare in Italia "una vita migliore".
Nel portatile della zia Edima ci sono i messaggi elettronici, a volte accompagnati da fotografie, con i quali Brenda manteneva i contatti per far sapere alla madre, al fratello e alle due sorelle, dove si trovava, i suoi pensieri, i suoi umori, le sue difficoltà. Alcune e-mail sarebbero immediatamente precedenti alla morte della transessuale.
Domani, quando il procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo comincerà ad esaminare le decine di migliaia di file che ingombrano la memoria del portatile lasciato sul lavandino sotto il rubinetto aperto, un altro computer potrebbe entrare nell'inchiesta: quello che le due donne hanno messo dentro una borsa da viaggio. "In Italia la situazione è sempre più difficile. I clandestini rischiano tanto, c'è una sorta di caccia agli immigrati. Ho paura. Penso seriamente di tornare a casa", avrebbe scritto Brenda in una delle ultime e-mail spedite da Roma. Nessun accenno però al caso Marrazzo.
"Ho letto i giornali, ho visto i siti internet e da quello che ho potuto capire l'incidente non è così convincente. Sono qui anche per avere una risposta certa alle tante domande che si fanno un po' tutti. Io chiedo solo giustizia per mio figlio", ha detto la donna. Azenete Rodriguez Mendez domani incontrerà il procuratore Capaldo al quale riferirà anche il contenuto delle telefonate che riceveva da Edù. "Prima non parlerà con nessuno, non deve subire condizionamenti di sorta" dicono i due avvocati.
"Oggi (ieri ndr) per me è un giorno tristissimo, uno dei giorni più tristi della mia vita perché sarebbe stato il compleanno di Del, e tutto avrei pensato tranne che venire a Roma per poter dare una carezza a mio figlio morto". Sempre domani la donna sarà con i suoi avvocati per un sopralluogo nell'appartamento romano dove Brenda viveva, e dove è morta.
la repubblica 29 novembre 2009
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