Roma - "E' un giro ristretto, altre trans sanno sul caso Marrazzo ma stanno zitte perche' hanno paura di fare la stessa fine di Brenda. Noi le invitiamo a parlare senza timore perche' la verita' evitera' altre vittime e perche', come ci e' stato assicurato durante l'incontro, chi testimonia e denuncia il giro di sfruttamento nel quale e' implicata sara' inserita in un programma di protezione sotto responsabilita' della magistratura con assoluta riservatezza, e in un programma di inserimento sociale, e otterra' un permesso di soggiorno per ragioni di giustizia". Lo ha detto Imma Battaglia presidente di 'Di' gay project' a margine dell'incontro odierno nella questura di Roma, fra le associzioni gay e trans e il capo della squadra mobile capitolina Vittorio Rizzi. "La situazione delle trans -ha aggiunto Battaglia- e' peggiorata anche fuori dal giro dello sfruttamento, dopo il caso Marrazzo. Sono stati vanificati anni di lotte". "Le trans collaborino con la magistratura - ha detto la presidente dell'associazione 'Libellula' Leila Daianis - la legge sull'immigrazione da' la possibilita' di collaborare contro lo sfruttamento e cosi' entrare in un percorso sociale che fa uscire dal vicolo cieco. L'Italia e' un paese molto civile perche' garantisce questa possibilita'. Ce n'e' anche un'altra attraverso la collaborazione e' possibile avere un permesso di soggiorno legato a esigenze di giustizia. La comunita' trans non abbia paura, non cerchi celebrita' e sia sincera. Ci sono state molte bugie in questa storia -ha concluso Daianis- le trans hanno paura, hanno bisogno di inserimento sociale. Dietro c'e' un giro di sfruttamento molto grande".
adnkronos, 23 novembre 2009
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