ROMA (2 novembre) - L'ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo è stato sentito nel pomeriggio di oggi dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli. Marrazzo è stato ascoltato per circa tre ore sul presunto ricatto attuato nei suoi confronti da 4 carabinieri finiti in carcere, mentre un quinto militare è indagato. All'uscita dall'ufficio dei magistrati, in piazza Adriana, l'ex presidente è passato davanti ai giornalisti coprendosi il volto. Ad accompagnarlo la moglie Roberta Serdoz e l'avvocato Luca Petrucci.
I magistrati hanno cercato di fare il punto sulle molte incongruenze tra le versioni dei fatti raccolte dall'ex governatore, dai trans implicati e dagli arrestati. Al centro dell'attenzione la presenza di cocaina nell'appartamento dove incontrò il transessuale; il giro di soldi attorno agli incontri con i transessuali; e chiarimenti sui due assegni firmati ai carabinieri che avrebbero tentato il ricatto, mai incassati e dei quali Marrazzo denunciò la scomparsa. Una denuncia di scomparsa che non appare negli atti dell'inchiesta ma della quale l'avvocato di Marrazzo assicura di avere una copia.
2 novembre 2009 Il messaggero
Inconguenze da Il messaggero:
«Mi chiamò Piero - dice ai magistrati - e mi disse di andare da lui. Sono salita su un taxi e ho raggiunto la sua abitazione». Il resto del verbale è “oscurato”, forse perché i due parlano di quanto è successo, o si mettono d’accordo su cosa dire. Raccontano, insomma, particolari sui quali il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli stanno cercando di fare chiarezza.
Alla trans viene chiesto anche se conoscesse Gianguarino Cafasso, il tossico morto per overdose a settembre scorso, dopo aver detto che qualcuno lo voleva morto. I militari sotto accusa fanno il suo nome perché cercano di attribuire a lui la ripresa del video “incriminato”, ma Natalie sembra smentire questa versione. E ancora altri aspetti non del tutto chiari: la versione del transessuale e quella resa da Marrazzo spesso non coincidono. Natalie parla di un incontro a giugno, l’ex governatore a luglio. Sempre la brasiliana sostiene che lui era andato a trovarla di pomeriggio. Marrazzo parla della mattina. Per questa ragione, gli inquirenti hanno deciso che dovrà essere risentito a breve, non appena le sue condizioni di salute lo consentiranno.
Vogliono chiedergli spiegazioni su molti elementi rimasti misteriosi: la presenza di droga, cocaina, nell’appartamento dove incontrò il transessuale, stupefacente che è anche visibile nel video girato dai carabinieri con il telefonino. E poi il giro di soldi, notevole, che ruotava attorno agli incontri con i trans.
Ci sono pure i tre assegni a sua firma che avrebbe consegnato ai presunti ricattatori. Assegni mai incassati e dei quali Marrazzo racconta di aver denunciato la scomparsa. Una denuncia che, però, non compare negli atti dell’inchiesta ma della quale l’avvocato dell’ex governatore assicura di avere una copia.
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