venerdì 27 novembre 2009

Marrazzo, Quando il trans andò in overdose: la testimonianza dei medici

Il trans in overdose disse:
"Tutta colpa di Marrazzo"

La testimonianza dei medici presenti quella notte
GUIDO RUOTOLO
ROMA
Successe tra la fine di marzo e gli inizi di aprile. Era notte e al pronto soccorso dell’ospedale San Pietro arrivò un’ambulanza con un trans in overdose. Furono attimi drammatici, il trans stava rischiando di passare ad altra vita ma si riprese. Quando aprì gli occhi, quando ebbe la forza di parlare imprecò: «E’ stata colpa di Marrazzo...».

Naturalmente, medici e infermieri non diedero peso all’imprecazione. Solo che da quando è esploso l’affaire Marrazzo quell’affermazione è riaffiorata nella mente di medici e infermieri. E - il rischio di suggestione è forte - qualcuno addirittura fa i nomi di Natalie, Brenda, Michelly. A proposito di suggestione, chissà se è vero che quella notte qualcuno si recò al pronto soccorso per conto di Marrazzo per informarsi sulle condizioni di salute del trans. La droga, la «polvere bianca», il rischio d’overdose. Può accadere. E’ accaduto addirittura che il pusher dei trans, Rino Cafasso, sia morto per una overdose di eroina mista a cocaina, almeno a sentire i periti della procura di Roma che a questo punto - ma sembra che non l’abbia ancora fatto materialmente - ipotizza l’omicidio.

E di droga parla dal carcere uno dei carabinieri arrestati, Luciano Simeone. Ieri mattina il suo legale, Bruno Von Arx, è andato a Rebibbia per incontrarlo. «E’ provato dalla lunga carcerazione - spiega il suo legale - e dalle accuse che respinge». «Se solo si trovasse l’originale del video girato da Cafasso - ha detto il carabinieri all’avvocato Von Arx - si dimostrerebbe la nostra innocenza. La droga? C’era, eccome. Quando arrivammo in via Gradoli, dopo che c’avvisò Cafasso, rimanemmo imbarazzati. Natalie, e il video lo documenta, si difese, temendo l’arresto suo e quello di Marrazzo, sostenendo che la cocaina era in parte sua e in parte la portò Marrazzo. Se solo si trovasse il video... Ricordo che fu proprio Rino Cafasso a rassicurarci: “Non vi preoccupate, taglio la parte del video nel quale siete protagonisti”. Fu lui a manipolare, a tagliare le immagini».

I periti della procura stanno lavorando sui cellulari, sui tabulati, sui personal computer dei diversi attori dell’affaire Marrazzo. Ma almeno per il momento non è trapelata la notizia del ritrovamento di quel video, né i riscontri sul traffico telefonico, per esempio, del 3 luglio. I carabinieri del disonore sostengono di essere stati avvisati da Cafasso del festino a base di cocaina in via Gradoli, e che il pusher girò il video. La pensa diversamente la procura, secondo cui furono loro stessi a riprendere quelle immagini, a portare la cocaina da immortalare - è la tesi dello stesso Marrazzo - per imbastire il grande ricatto contro il governatore. «C’è anche del materiale interessante, utile alle indagini», è l’unica indiscrezione che filtra da piazzale Clodio a proposito di queste verifiche sui tabulati telefonici e sui cellulari.

Sul materiale video e sui file recuperati dal computer di Brenda, il lavoro dei periti non è ancora concluso. L’attesa è per il video che è stato trovato. Il video che il trans Brenda diceva di aver girato, col consenso di Marrazzo, durante un incontro ravvicinato con il governatore e con Michelly, il trans che portò Brenda all’appuntamento in quell’appartamento di Marrazzo in via Cortina d’Ampezzo. Ma potrebbero esserci altri filmati che riprendono i trans con i clienti. Molti video e file sono in portoghese. Alcuni sono promozionali e pubblicitari dei trans. Era scontato.
la stampa 27 novembre 2009

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