sabato 28 novembre 2009

Brenda, tremano i vip dei filmati nel suo computer

Caso Brenda, il computer che scotta spaventa il mondo dei Vip

Caso Marrazzo Interrogatori in vista per i clienti dei filmini nel computer di Brenda

VENERDÌ 27 NOVEMBRE 2009 16:28

di Alessandro Ambrosin

ROMA - Quali scabrosi retroscena si celino dietro la memoria di quel portatile rinvenuto dentro il lavandino della casa di Brenda , la transessuale morta in circostanze ancora tutte da chiarire il 20 ottobre scorso nel suo monolocale di Via Gradoli, non è ancora dato a sapere, almeno per il momento. Tuttavia gli inquirenti dopo aver analizzato la memoria dell'hard disk di 130 giga byte hanno recuperato molto del suo contenuto.



Sessantamila "file" recuperati, alcuni dei quali erano stati cancellati e altri nascosti nei meandri delle migliaia di cartelle virtuali. Insomma, secondo i magistrati, informazioni molto utili per l'indagine in corso su cui vige il massimo riserbo. Secondo le prime indiscrezioni ci sarebbero le foto scattate appositamente per promuovere il suo lavoro nei siti pornografici, documenti scritti in portoghese e tanti filmati a luci rosse. E non è escluso che a breve questi documenti scovati nel computer possano riservarci delle belle sorprese. C'è già chi parla di coinvolgimenti di uomini politici e dell'alta finanza. Tutte supposizioni, ma ormai questa vicenda dai contorni oscuri è costellata da elementi così inquietanti che ogni ipotesi assume una presunta credibilità. Sembra addirittura che molti Vip, stando a quanto riportato dal quotidiano Libero, stiano cercando informazioni proprio in Procura per capire se ci sono video che li ritraggono. Questa ipotesi, se confermata, fa capire chiaramente quale proporzioni sta assumendo questa intricatissima vicenda.

D'altra parte Azete Rodriguez Mendez alias Brenda, secondo quanto riferito dal suo ex Giorgio T. arrestato in passato per droga, durante un 'intervista rilasciata a Novella 2000, aveva nascosto una piccola microcamera nel suo "tugurio" ed era solita riprendere gli incontri con i clienti per poi girarli direttamente agli uomini in divisa. Uno stratagemma forse pensato per incastrare personaggi "illustri" e ricattarli al fine di non rivelare il loro vizietto segreto. Non per niente molte colleghe di Brenda l'hanno dipinta come una trans pericolosa, specialmente quando in preda ai fumi dell'alcool minacciava sia i clienti che le sue colleghe.

Proprio su uno di questi filmati ci sarebbe l'ex governatore Piero Marrazzo in un incontro a tre. Video che Brenda avrebbe mostrato a molte sue colleghe di strada per vantarsi delle sue conoscenze, prima di cancellarlo dal suo computer per paura e affidarlo nelle mani di un'altra protagonista della vicenda, Michelle. Una trans che subito dopo lo scandalo Marrazzo, è fuggita alla volta di Parigi facendo perdere completamente le sue tracce. Strana coincidenza?

Anche Brenda aveva intenzione di lasciare l'Italia. A dirlo è sempre Giorgio che parlò con la sua ex la stessa sera dell'incidente in cui rimase vittima. "Me ne vado da questo schifo" avrebbe detto. Aveva paura di qualcosa o forse era stata minacciata per aver contribuito ad accendere i riflettori su questa vicenda.

Ma c'è dell'altro. Dai tabulati telefonici osservati dagli investigatori sarebbe emerso anche uno stretto rapporto tra i carabinieri "infedeli" e Gianguerino Cafasso, il pusher legato al mondo dei transessuali trovato morto il 12 settembre scorso in un motel della Salaria, dopo aver sniffato un mix letale di polvere bianca mascherata da cocaina, come la stessa perizia tossicologica ha confermato. Jennifer la trans fidanzata di Cafasso è stata ascoltata la scorsa notte dai magistrati e ha ammesso di non aver sniffato quella sera perchè la sostanza stupefacente aveva un sapore "strano".

Nel frattempo sembra sia spuntato un altro inquietante episodio, del tutto inedito, accaduto tra fine marzo e inizio aprile. In quei giorni una trans fu soccorsa all'ospedale San Pietro di Roma in overdose e prima di riprendersi avrebbe pronunciato più volte: "E' stata colpa di Marrazzo". La notizia è da prendere con le pinze. Sono, infatti, molte, anzi troppe le illazioni che emergono ogni giorno da questa torbida vicenda, molte delle quali prive di ogni fondamento, almeno fino a prova contraria.
dqazebao.org 28 novembre 2009


Caso Marrazzo Interrogatori in vista per i clienti dei filmini nel computer di Brenda
di Redazione

Verrà espulso Jennifer, il trans che aveva una relazione con il pusher Gianguerino Cafasso e che era con lui quando morì dopo aver sniffato della droga. Non una semplice morte per overdose, sospetta il pm, ma forse un omicidio, anche se l’accusa non è stata ancora formalizzata.
Giovedì notte, subito dopo aver ricevuto gli esami tossicologici che hanno confermato il mix di cocaina ed eroina ma smentito la presenza di altri veleni fulminanti, il pm Giancarlo Capaldo lo ha convocato in Procura per cercare di chiarire alcuni dettagli poco convincenti emersi dal precedente interrogatorio. A partire dal motivo che lo spinse, la notte in cui Cafasso morì, a non sniffare la cocaina perché aveva «un cattivo sapore». Jennifer avrebbe dato spiegazioni convincenti e i pm hanno deciso di non opporsi al decreto di espulsione già emesso nei suoi confronti per immigrazione clandestina. Chiarito anche il dettaglio del telefonino del pusher suo convivente: si diceva che Jennifer lo avesse gettato via perché suonava troppo. Non è così: dopo la scomparsa di Cafasso lo aveva restituito alla famiglia. Ai magistrati il trans ha negato che fosse «Rino» a fornire a Natalie la droga per i suoi clienti. Un elemento importante per la Procura. I pm, infatti, ritengono che siano stati i carabinieri arrestati per il video-ricatto a Marrazzo a portare la droga e a filmare il governatore in mutande in compagnia di Natalie. I militari, invece, hanno sempre sostenuto che fu Cafasso a portare la cocaina e soprattutto a riprendere la scena. «Cafasso conosceva Natalie - ha raccontato Jennifer - ma per quanto ne so lui non era il suo pusher». Jennifer ha fornito agli inquirenti anche indicazioni per tentare di rintracciare il fornitore di Cafasso, chi gli ha venduto l’ultima dose, quella che gli è stata fatale. E forse non per caso. Jennifer dice invece di non sapere se Cafasso fosse l’informatore dei carabinieri.
Continua, intanto, il lavoro dei pm sui file recuperati dall’hard disk del computer di Brenda. Tra video, filmini promozionali, foto e testi in portoghese, i magistrati devono selezionare quelli inutili e analizzare quelli dietro ai quali potrebbero nascondersi altri ricatti. Un passaggio delicato. Frequentare trans, infatti, non è reato, ma è possibile che gli inquirenti si trovino nelle condizioni di dover convocare i clienti ripresi nei video, se verranno trovati, per chiedere loro se abbiano mai ricevuto richieste di soldi in cambio della promessa di far sparire dal mercato tutte le immagini compromettenti sul loro conto. Anche Marrazzo potrebbe essere riascoltato per sapere se gli sia mai stato estorto del denaro per eliminare il filmino che lo ritrae con Brenda e Michelle.
il giornale 28 novembre 2009

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